
Studiare è importante, anzi importantissimo. Ma da oggi sembra esserlo ancora di più, visto che è appena stato condiviso uno studio che dimostrerebbe che studiare allunga la vita di 2 punti percentuali per ogni anno speso sui libri.
È la rivista ‘The Lancet Public Health’ a pubblicare le ricerche condotte dagli accademici dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia (NTNU) e di Washington, a Seattle.
Si tratta del primo studio a rendere quantitativa la correlazione tra studio e aspettativa di vita, come fa sapere ‘Vanity Fair’.
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Chi studia vive più a lungo: la ricerca
I ricercatori sono partiti dai Paesi più industrializzati, come Regno Unito e Stati Uniti, ma non mancano all’appello anche i Paesi in via di sviluppo, quali Brasile e Cina. Le analisi hanno quindi fatto emergere il dato: la mortalità di un adulto diminuisce del 2% per ogni anno speso a studiare a tempo pieno. In più, sembrerebbe che portare a termine l’istruzione primaria, secondaria e universitaria sia paragonabile a seguire una dieta sana per tutta la vita, abbassando il rischio di morte del 34% rispetto a chi non possiede un’istruzione. Nessuna differenza tra Paesi ricchi e poveri, i miglioramenti per quanto riguarda la longevità sono uguali per tutti, indistintamente dal sesso, dalla classe sociale e da quant’altro.
Ma perché chi studia vive più a lungo? Sebbene la correlazione sia in qualche modo nota da tempo, questo studio si spinge oltre arrivando appunto a quantificare la relazione tra i due fattori. Il motivo del beneficio si può scorgere in chiave prospettica: avere un maggiore livello di istruzione aiuta, per dirla in termini generali, a vivere meglio nel tessuto del mondo: migliore comprensione, migliori salari, migliore rete sociale, maggiore accesso a ogni tipo di informazione, e altro ancora. Il dottor Andreas Eikemo della NTNU, coautore dello studio, ha sottolineato come “l'istruzione sia importante di per sé, non solo per i suoi benefici per la salute, ma ora essere in grado di quantificarne l'entità rappresenta uno sviluppo significativo”.
Studiare: un contributo tangibili in diversi campi
Ma questa non è una ricerca fine a sé stessa. I ricercatori, infatti, hanno spiegato che la loro analisi, sostenuta dal fondo di ricerca del governo norvegese e dalla fondazione Bill & Melinda Gates, dovrebbe portare a un vero e proprio impatto pragmatico, in quanto rappresenta “una prova convincente” a favore di maggiori fondi di investimenti nel reparto dell’istruzione, spesso in secondo piano nei bilanci di Governo.
A confermarlo anche David Finch, vicedirettore della Health Foundation, consultato dal quotidiano ‘The Guardian’. Finch ritiene in particolare che un maggiore livello di istruzione porti un contributo tangibile in diversi campi, migliorando le connessioni sociali e la capacità fondamentale di comprensione generale. Il che si traduce in migliori scelte e migliori prospettive future, permettendo agli individui di muoversi meglio nel mondo, anche a livello finanziario. “L'istruzione porta a guadagni più alti nel tempo, e questo consente di potersi concedere molte altre cose importanti, come una migliore qualità degli alloggi e una dieta più sana”, ha affermato Finch.