ImmaFer
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Lettera anonima studentessa Faenza
Fonte: Facebook Faenzanet


Un messaggio lungo una pagina, scritto al computer e fotocopiato in più copie, è apparso affisso nei pressi di una scuola superiore di Faenza, in Emilia-Romagna. La lettera, firmata da una studentessa anonima, è stata appesa sulla via dove si accede all’istituto ed è diventata virale dopo la segnalazione del portale 'Faenzanet'.

Parole dure, uno sfogo diretto contro il sistema scolastico italiano e, in particolare, contro le modalità con cui l’istruzione viene trasmessa agli studenti. Un attacco che punta il dito su ansia, inefficacia dei metodi didattici, qualità del corpo docente e regole considerate “senza senso”.

Indice

  1. La lettera anonima
  2. Il testo integrale della lettera
  3. Reazioni e riflessioni

La lettera anonima

Il testo, diventato oggetto di discussione sui social e in tutta la città, tocca temi sensibili: dal benessere mentale degli studenti alla gestione dell'autorità da parte dei professori. Il tono è acceso, ma non privo di argomentazioni. La ragazza lamenta una scuola che, a suo dire, ha perso di vista la sua funzione educativa reale.

Reazioni e riflessioni

Il gesto ha suscitato reazioni contrastanti: da una parte chi condivide il malessere espresso dalla ragazza, dall’altra chi ne critica il linguaggio e la modalità di protesta. In molti, comunque, riconoscono nel testo sentimenti diffusi tra gli studenti: frustrazione, senso di inadeguatezza, scollamento tra ciò che viene insegnato e ciò che serve davvero.

Il testo integrale della lettera

Di seguito il testo completo della lettera:

“Entro in classe e vedo sempre la stessa cosa: studenti che non vedono l’ora di andarsene, che odiano la scuola e i professori, che hanno male allo stomaco prima di verifiche e interrogazioni per l’ansia, che odiano il fatto di dover imparare a memoria qualche pagina che verrà rigurgitata in faccia a un insegnante per un voto inutile, per poi essere dimenticata neanche una settimana dopo. 

Qui non sto parlando solo di voi, ma di tutte le scuole italiane. Se davvero vi importasse degli studenti, delle ‘giovani menti che guideranno il paese’, non ci insegnereste le solite st******e ogni anno, e non assumereste un cretino per insegnarci. 

Parliamo di questo infatti, degli insegnanti: perché non abbiamo ancora implementato degli psicologi nelle classi? Potrebbero essere degli insegnanti di sostegno per gli studenti, e potrebbero monitorare gli insegnanti. Esatto, gli insegnanti. Non gli studenti. Perché ancora non mi capacito di come a volte riusciate a trovare le persone più narcisiste, più stupide, stolte, ignoranti, e apatiche per insegnare a noi studenti. E ovviamente non potete fargli nulla, no assolutamente, perché questi poverini sono ‘di ruolo’, quindi finché non commettono un reato possono fare quello che vogliono nelle mura scolastiche: fregarsene della psiche degli studenti, trattare bene alcuni invece di altri, alzare la voce a dei ragazzini, tenere il muso e a volte dare punizioni così fastidiose da farti odiare la scuola per almeno altri 50 anni. E per niente.

Perché le punizioni non funzionano quasi mai, soprattutto se fatte a una classe intera. Invece di bacchettare gli insegnanti, bacchettate gli studenti, facendoci odiare questo posto ancora di più. Come ad esempio quella stupida regola dei telefoni nelle cassette: invece di insegnarci che se vogliamo maturare dobbiamo smettere di usare il telefono in classe per nostro volere, dato che in un posto di lavoro sarebbe un licenziamento istantaneo, ce lo avete semplicemente vietato, non dobbiamo neanche ragionarci per conto nostro, è solo un’altra regola per farci seguire quella lezione della quale non mi rimarrà niente. Invece di usare quei soldi per migliorare il personale o per migliorare il metodo di insegnamento, la scuola italiana li ha usati per costruire delle cassette di plastica che non cambieranno niente, dato che se davvero mi voglio distrarre lo farò in un altro modo.

Sapete quanti insegnanti ho veramente apprezzato nella vostra scuola? Che mi hanno veramente insegnato qualcosa? Due.
Due sole insegnanti mi hanno fatto ricordare le cose che mi hanno insegnato con passione e interesse. Mentre alcuni sono bravi, altri sono solo decenti, inutili o addirittura insopportabili. All’inizio mi piaceva la vostra scuola, ora ho finito con l’odiarla. Come tutte le altre scuole nelle quali sono andata. Se chiedete a qualsiasi studente cosa pensa delle scuole italiane vi dirà solo che fanno schifo, probabilmente ridendo. 

Eppure la conoscenza è potere, e voi siete quelli che dovrebbero insegnarcela, non con pagine e pagine di informazioni da imparare e dimenticare, una dopo l’altra, giorno dopo giorno, senza pausa, solo stress. Ci insegnate che per essere intelligente devi solo saper memorizzare tante pagine, se non ci riesci sei stupido, e vieni bocciato anche in una scuola di graphic design, dove non credete che siamo venuti per, non lo so, disegnare? Ovvio che la cultura generale serve, ma le c**ate che ci insegnate non vanno imparate TUTTE a memoria, perché così le dimentico il giorno dopo, non credete? Come con le formule, dove neanche i professionisti sono capaci di ricordarsele perfettamente senza una guida, io invece dovrei riuscirci solo con la mente? 

E poi, forse se mi faceste partecipare alla lezione attivamente, facendomi interessare all’argomento senza l’ansia di dover imparare tutto, allora mi potrei anche ricordare qualcosa, magari appassionarmi all’argomento.

Non è un messaggio solo per voi, ma a voi e a tutte le scuole italiane: Fate schifo. Da far stare male. Quindi c’è un motivo se i vostri piccoli studentelli dicono che odiano la scuola, e poi vi lamentate pure se cresciamo ignoranti. Non siamo negli anni ’50 dove ci potete semplicemente menare per farci stare buoni, e se davvero vi interessa tanto degli studenti: Fate qualcosa di utile, non fate solo finta”.

Strada tappezzata di volantini
Strada tappezzata di volantini


 

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