
Quando il meteo si fa minaccioso, un'unica domanda rimbalza tra le chat degli studenti: le scuole resteranno chiuse? A Calvizzano, provincia di Napoli, la discussione però è andata ben oltre.
Tutto è partito da un messaggio diretto al Sindaco della città, recapitato attraverso i suoi canali social ufficiali. Il mittente? Un giovane studente che non ha usato giri di parole né formule di cortesia. Come riporta 'Il Mattino', il testo del direct era un vero e proprio comando: "Fai allerta meteo e muoviti pure".
Il Sindaco Giacomo Pirozzi, però, non ha lasciato cadere la provocazione, ma ha usato gli stessi canali social per dare una risposta decisa e ferma, mettendo in chiaro un punto focale: "Non si dettano ordini con aggressività o arroganza. Chiedere qualcosa è legittimo, ma i modi perentori e i toni imperativi non educano e non costruiscono rispetto".
Il Sindaco: “Le parole pesano”
Come è consuetudine, in situazioni critiche legate al maltempo, la decisione di sospendere le attività didattiche non è un capriccio, ma spetta ai Sindaci, dopo aver valutato le stime tecniche fornite dalla Protezione Civile.
Gli amministratori locali si trovano spesso a gestire richieste pressanti e sollecitazioni continue per la chiusura, a volte anche quando non ci sono gravi rischi idrogeologici conclamati. Ma ordinare un provvedimento, specialmente via social e soprattutto da uno studente, non è il modo giusto per avanzare una richiesta.
Il Primo cittadino, per questo, ha voluto sottolineare che la base di una convivenza civile sana è fatta di dialogo e responsabilità, ribadendo un concetto chiave: "Le scuole non si chiudono perché qualcuno lo ordina, ma seguendo regole e valutazioni tecniche".
Concludendo con un monito, legato all'uso che si fa dei social: "Imparare a esprimersi correttamente è fondamentale: le parole pesano, anche quando sono scritte dietro uno schermo".
E rivolgendosi ai giovani ha ribadito: "Rispetto e responsabilità non sono opzionali. Non si ottiene nulla imponendo, ma costruendo senso civico. Ai giovani dico: imparate a chiedere, non a comandare".