
Uno studentedistratto fa un capitombolo a terra, inciampando tra i banchi della sua classe, scatenando una spropositata e imprevedibile reazione dell’insegnante che dalla cattedra lo investe con una pioggia di insulti, del tutto immotivati e fuori luogo.
Il ragazzo non può che vivere la doppia umiliazione del momento sotto gli occhi increduli dei suoi compagni. E' accaduto al liceo scientifico Cannizzaro di Palermo. Immediata è scattata la querela del genitore della giovane vittima caduta ingiustamente nel mirino dell'insegnante.UNA CADUTA … DI STILE- Che lo scivolone sia stato della professoressa del Cannizzaro di Palermo e non del suo studente, sembra abbastanza chiaro. A sollevare l’ira dell’insegnante nessuna risposta di troppo da parte del giovane, nessun comportamento inadeguato, nessuna distrazione o tentativo di far chiasso, ma solo una semplice caduta. D’altra parte capita a tutti di inciampare, ma forse non nel mondo di quella professoressa che avrebbe detto al suo studente di non essere adatto a questa società. Zucchero in confronto agli insulti: “Sei un cretino, sei un co …, sei uno stro …”.
LA REAZIONE DEL PADRE- Ovviamente il giovane non ha perso tempo a raccontare lo spiacevole accaduto ai genitori. A convincerli della sincerità del figlio, sebbene il racconto fosse abbastanza insolito, le numerose testimonianze di solidarietà da parte dei genitori dei compagni di classe dello studente, compagni che poche ore prima avevano assistito attoniti a quella scena pietosa. Così il padre del ragazzo, non potendo accettare un fatto simile, ha immediatamente sporto querela e ha provveduto ad informare di quanto verificatosi nel liceo palermitano niente meno che il ministro in persona.
LA LETTERA AL MINISTERO- “Fermo restando che mi riservo di adire le autorità competenti a tutela di mio figlio per eventuali profili penali e di danni civili contro la docente e contro l’amministrazione stessa, chiedo di accertare lo svolgimento dei fatti tenuto conto che al sottoscritto sono pervenute diverse attestazioni di solidarietà da genitori dei compagni, tutte basate su medesimi indizi seri, precisi e concordanti”: queste le parole scritte nella lettera inviata direttamente a Viale Trastevere. Ma il genitore indignato ha anche fatto dell’ironia amara relativamente al linguaggio adottato dall’insegnante, chiedendo a chi di dovere se possa trattarsi di un programma impartito direttamente dal Miur al corpo docente. Ora resta l’attesa dei risvolti del caso e degli eventuali provvedimenti contro l’insegnante.
Margherita Paolini