
Una scuola, anche se senza fondi, non può bocciare alunni se non provvede a dei corsi di recupero nei tempi dovuti, che potrebbero aiutare l’alunno a colmare eventuali lacune nelle materie insufficienti. Così il Tar della regione Liguria ha permesso ad una studentessa di Chiavari di opporsi ad una non ammissione alla classe terza del proprio istituto superiore affinché la scuola rivalutasse il sua preparazione dopo l’appello presentato dei genitori.
Non è valsa a nulla la scusa della scuola di non potersi permettere corsi di recupero per mancanza di fondi.
La ragazza è stata così promossa dopo l’applicazione del Pof (piano di offerta formativa) imposto dal Tar, che prevede un corso di recupero di 6 ore e una nuova prova di valutazione nella materia in cui sono state evidenziate insufficienze.
Niente corsi di recupero? Niente bocciatura
La vicenda è avvenuta durante l’anno scolastico 2015/2016, ma si è conclusa in questi mesi. Il Tar ha infatti preso atto dell’accaduto infliggendo il pagamento di 2 mila euro al ministero dell’istruzione per le spese di giudizio."Il Pof richiede nei casi più gravi, come quello della studentessa, l'attivazione di corsi di recupero - spiega il Tar nell'ordinanza che ha messo in discussione la bocciatura - Il mero invito a intensificare lo studio non appare sufficiente a ritenere adempiuto quanto richiesto dal Pof".
Sara Crocioni