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bianchi contro la proposta dei presidiL'iniziativa di porre un freno alle chat tra studenti e professori non piace al Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi.

La misura, invocata con grande forza da parte dei dirigenti scolastici del Lazio, e in special modo dai presidi romani, non è stata accolta positivamente dal numero uno di Viale Trastevere che rilancia proponendo sì una revisione degli strumenti che regolano il rapporto docenti-famiglie, ma senza escludere la tecnologia.
Una posizione, quella del Ministro, condivisa anche da altri importanti dirigenti del mondo scuola.

Bianchi contro la proposta di vietare le chat: “La tecnologia non può essere esclusa”

”Sono fiducioso che le nostre scuole e i nostri insegnanti sapranno trovare le giuste forme di comunicazione con le famiglie e con i ragazzi. Credo che più che mettere limiti serva dialogo, coinvolgimento e partecipazione delle famiglie nella vita delle comunità scolastiche. E la tecnologia non può essere esclusa da questo processo. Con i giusti modi e linguaggi” ha rivelato il Ministro Bianchi al FattoQuotidiano.it.

Un intervento destinato a far discutere, e che potrebbe sollevare il malcontento dei presidi laziali. Mario Rusconi, presidente ANP di Roma, e promotore dell'idea insieme a Cristina Costarelli, in tempi non sospetti aveva infatti dichiarato: “Le chat di classe devo essere usate solo per le emergenze. Altrimenti stravolgono completamente il rapporto che ci deve essere con le famiglie. Non vogliamo abolirle ma regolamentarle”.

La miglior dirigente d'Italia sposa la tesi del Ministro

Eppure qualcosa dell'iniziativa del presidente ANP Roma non convince, e alle parole di Bianchi fanno eco quelle di Laura Biancato, eletta “migliore dirigente d'Italia 2021", e preside dell'Istituto “Einaudi” di Bassano del Grappa. La preside pur concordando sull'analisi di fondo, si dice perplessa circa la possibilità di abolire le chat che andrebbero invece, a suo dire, regolamentate: ”È la strada scelta, che fa sorridere. Possiamo, se è questo il vero spirito di chi ha formulato la proposta, aprire una riflessione ampia sia all’interno della scuola che con studenti e famiglie sui tempi e i modi di gestire le comunicazioni.”

“Possiamo chiarire che i presidi e i docenti sono normali lavoratori, e che come tali rispondono negli orari di servizio. Noi ormai riceviamo giorno e notte, festivi compresi, richieste con pretese di risposta immediata da chi gravita intorno alla scuola. E, diciamolo, noi stessi usiamo chat professionali che non si fermano mai. A questo bisognerebbe porre un freno. Su questo dovremmo condividere alcuni principi e trovare degli accordi interni, da divulgare con chiarezza anche all’esterno” sostiene la miglior preside del Paese.