
Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica nel governo Draghi, ha ripetuto in diverse sedi, l’ultima volta proprio qualche ora fa, un appello rivolto in particolare ai ragazzi, sull’uso consapevole dei social in quanto sarebbero particolarmente inquinanti.
Il ministro, che si occupa proprio di ambiente e di passaggio a energia green e rinnovabile, avrebbe ripetuto che a livello mondiale il 4% delle emissioni di Co2 viene “dall'intero comparto digitale”, di cui una “buona metà” dall’uso “smodato” dei social network.
Posto che sicuramente anche l'uso di internet ha un impatto ambientale ed è condivisibile il concetto di doverlo utilizzare in maniera più sostenibile, le parole di Cingolani peccherebbero di precisione: a dirlo un fact-checking di Pagella Politica per Green&Blue di Repubblica. Scopriamo perché.
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Le parole del Ministro Cingolani sui social e l’inquinamento
Il 13 dicembre, durante un incontro in videochiamata con alcune scuole, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha ripetuto per diverse volte che a livello mondiale il 4% delle emissioni di Co2 è causato “dall’intero comparto digitale”, e che “buona metà” è collegabile direttamente all’uso “smodato” dei social network.
Ha poi continuato il suo intervento affermando che: "Un atto di responsabilità è capire che l'utilizzo smodato dei social non è gratis." Ha poi proseguito: "Vi sembrano gratis perché in realtà il prodotto siete voi. E quando mandate delle inutili fotografie, qualcuno le paga e hanno un impatto molto maggiore di quel che pensate"
"Una foto da un megabyte equivale a lasciare accesa una lampadina per 33 minuti" ha affermato in conclusione. Ma è davvero così?
Quanto inquinano i social network?
Il riscaldamento globale è una realtà innegabile, ed è causato principalmente dalle azioni umane, responsabili dell’emissione dei cosiddetti “gas serra”, che nel corso degli ultimi anni del ‘900 e poi dei primi ‘20 del 2000 ha conosciuto una crescita esponenziale, producendo anche un non sottovalutabile aumento delle temperature globali.Secondo Our World in Data, organizzazione no-profit specializzata in indagini e ricerche scientifiche, ogni anno vengono emessi gas serra per l’equivalente di circa 50 miliardi di tonnellate di CO2, che vanno a sommarsi a quelle già presenti nell’atmosfera. Ma di queste emissioni, è plausibile che il 4% provenga dal “digitale” e almeno una metà “dai social network” come afferma Cingolani?
La risposta sarebbe negativa. Per mettere, infatti, questo dato in scala, basta sapere che è stato accertato come tutto il traffico aereo al mondo costituisca il 2% delle emissioni globali all’anno. Il 4% citato dal Ministro sarebbe quindi esattamente il doppio, una cifra decisamente grande. Ma vediamo meglio perché sarebbe esagerata la stima del ministro Cingolani.
Social e digitale: la stima del 4% è imprecisa
Spesso il ministro Cingolani ha tirato in ballo, durante conferenze o programmi televisivi, la percentuale del 4% di emissioni di gas serra attribuendola al comparto social e, anche se nell’ultima e più recente dichiarazione ha corretto il tiro, sostituendo “social network” con un più generico “digitale”.Come riporta Pagella Politica, il dato deriva in realtà da un rapporto pubblicato a marzo 2019 da The Shift Project, un progetto francese che promuove la decarbonizzazione nel mondo. Secondo i calcoli dei ricercatori, la percentuale del “4%”, anzi del 3,7% a voler essere precisi, rappresenta il contributo alle emissioni globali da parte di un settore decisamente ampio, vale a dire quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, annoverato in inglese come “Information and communication technologies, Ict”.
Da quanto spiegato nel rapporto, inoltre, non esistono stime a livello mondiale basate sull’energia direttamente consumata da prodotti e servizi digitali. Per ottenerle bisogna basarsi su un’ampia serie di assunzioni, da prendere con la dovuta cautela.
Da sottolineare poi, come in nessun passaggio di questa ricerca viene poi detto che una “buona metà” di questo “4%” di emissioni verrebbe dall’uso dei social.
Concludendo, come spiega ancora Pagella Politica nel suo fact checking, anche il confronto tra l’email e la lampadina, che il Ministro cita nel discorso alle scuole, non sarebbe del tutto verificabile. Infatti, in questo caso la fonte sembra essere una dichiarazione del 2018 di un’informatica francese; ma non sarebbero chiari i conti fatti per arrivare al risultato, né le assunzioni alla base del calcolo.