Matteo Bortone
Autore
Smartphone a scuola

Il nuovo anno scolastico è iniziato, e tra le novità più impattanti volute dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, c'è il divieto di utilizzo del cellulare a scuola, non solo alle elementari e alle medie (come già sperimentato), ma anche a quelle superiori. 

Per molti studenti e non solo, questa riforma rappresenta un passo indietro, una punizione. Ma secondo il Ministero tale provvedimento ha una solida base fatta di dati concreti. Che fanno comprendere meglio perché l'obiettivo dichiarato del divieto è quello di migliorare l’esperienza di apprendimento, riportando l'attenzione sullo studio, la concentrazione e la socializzazione. 

Indice

  1. I dati delle ricerche
  2. La petizione online

I dati delle ricerche

La decisione, infatti, si basa su evidenze internazionali e nazionali che mostrano un quadro piuttosto chiaro. Il Ministero ha infatti citato esplicitamente i dati dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che mostrano come l'uso del cellulare riduca "le performance degli studenti" nelle prove standardizzate. Di conseguenza, a essere particolarmente compromesso è proprio l’apprendimento. 

A sostegno della tesi di Valditara, poi, ci sono anche le ricerche condotte dall'Istituto Superiore di Sanità, che evidenziano ulteriori effetti negativi dell'abuso di tencologia sul processo di crescita dei giovani. Tra gli studenti bocciati, infatti, c'è un tasso di abuso del cellulare decisamente superiore rispetto a chi ne fa un uso moderato. 

In particolare, per i ragazzi tra i 14 e i 17 anni, il tasso di bocciatura sale vertiginosamente, passando dal 13,7% al 26,8% quando si è in presenza di una vera e propria dipendenza da social.

In ballo, però, non c'è solo il rendimento. Anche la salute mentale ne risente: oltre un quarto degli adolescenti italiani (25%) ha un uso problematico dello smartphone, con conseguenze negative su sonno, concentrazione e relazioni personali

La petizione online

Il ministro Valditara ha difeso la sua posizione spiegando che si tratta di "un forte richiamo alla responsabilità e alla maturazione". Aggiungendo, poi, che "la storia insegna che bisogna saper dire di no e mettere delle regole", sottolineando l'importanza di un approccio educativo che non si limiti solo al sapere, ma che formi anche il carattere

Un'eccezione, però, c'è: l'uso del cellulare rimane consentito per gli studenti con disabilità o disturbi dell'apprendimento, e negli indirizzi scolastici di ambito tecnologico per specifiche attività didattiche.

Ma la circolare ministeriale non ha trovato lo stesso un fronte compatto ad appoggiarla. Non a caso è stata lanciata una petizione online su Change.org per chiedere l'abrogazione della normativa. I promotori sostengono che la norma "non solo è inefficace, ma contribuisce ad aumentare l’ansia tra gli studenti". Secondo loro, invece di vietare l'uso della tecnologia, sarebbe più utile insegnare a farne "un uso consapevole e responsabile".

Il Ministro ha risposto a tono, ribadendo che "tutti gli studi stanno dimostrando che l’abuso del cellulare ha un impatto negativo su memoria, fantasia, capacità di concentrazione ed anche sugli apprendimenti". Ha concluso affermando che la decisione è stata presa non per motivi politici, ma "per difendere la salute dei nostri ragazzi e anche la qualità degli apprendimenti".

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