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di paolodifalco01
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maestro SimoneDopo due anni da supplente presso la scuola d'infanzia di Porta Garibaldi di Chieti, a meno di una settimana dalla fine della scuola, il maestro Simone ha visto la titolare della cattedra rientrare. La donna, infatti, è immunodepressa ed era stata esonerata dal vaccino anti Covid.
Al maestro quindi nn restava che salutare i suoi alunni.

Fonte foto: via La Stampa

Ma Simone non è riuscito a lasciare i bambini che aveva seguito per due anni prima dell'ultimo giorno di scuola ed ha preso una decisione che ha sorpreso molti. Scopri cosa ha fatto!

La storia del Maestro Simone che ha lavorato gratis per non lasciare sola la sua classe

Simone Tufo ha 28 anni e una laurea in Scienza dell'Educazione che l'ha portato all'insegnamento durante il periodo del Covid per una supplenza alla scuola d'infanzia di Porta Garibaldi a Chieti visto che la maestra di ruolo, in quanto immunodepressa, non poteva vaccinarsi e quindi non poteva stare a contatto con i bambini.

E' toccato quindi al neomaestro spiegare ai bambini costa stava successo nel mondo degli adulti, spiegare che dovevano stare più attenti rispettando le regole ma anche inventare laboratori creativi e giocare con loro. Così Simone si è affezionato alla sua classe e non volendola abbandonare una settimana prima delle vacanze, appoggiato dalle mamme, ha chiesto di poter restare al lavoro gratis.

La reazione dei genitori e la volontà di Simone

Anche i genitori degli alunni si sono schierati fermamente dalla sua parte non volendo privare i figli durante l'ultima settimana di scuola del maestro che gli ha accompagni per due anni. Così come ha raccontato la rappresentante di classe Teresa Scioscia a La Stampa:"Una follia, mi viene da pensare che a qualcuno, al ministero dell’Istruzione sia sfuggito che non tutte le scuole terminano l’8 giugno. E questa è la sola spiegazione possibile per una scelta di questo tipo".

Nel frattempo il maestro Simone ha affiancato gratis la collega di ruolo spiegando sempre al quotidiano La Stampa di esserci abituato visto che:"I nostri stipendi non arrivano da marzo. Non si capisce per quale ragione, ma quest’anno è accaduto per questo. Che farci? Se credi nell’insegnamento sei disposto a fare tutto. Ad accettare tutto. E io ci credo. Mi piace. Questo è il mio lavoro".

Paolo Di Falco