matteobortone
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caldo scuola

Con l'estate che avanza, le aule scolastiche si trasformano sempre più spesso in vere e proprie fornaci. Quest'anno, durante gli esami di Maturità 2025, la situazione è diventata insostenibile, con temperature che hanno toccato i 40°C in tanti istituti. Questo anche perché la maggioranza degli edifici è sprovvista di condizionatori.

I dati ufficiali, raccolti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’anno scolastico 2023/24 e diffusi da Cittadinanzattiva, sono davvero sconfortanti. 

Nonostante le promesse post-pandemia, sui ben 61.307 edifici scolastici sparsi in tutta Italia monitorati solo il 6% (3.967 sedi) dispone di sistemi di condizionamento e ventilazione.

Ma non è finita qui: per quasi 25.000 strutture (il 40,6%) i dati non sono nemmeno disponibili, mentre per oltre 32.000 edifici (il 52,95%) l’assenza di climatizzatori è certificata. Insomma, un totale di 57.350 scuole, ovvero il 93,5% del totale, non offre alcuna forma di climatizzazione

Indice

  1. Chi si salva e chi no
  2. Un vuoto legislativo

Chi si salva e chi no

Ci sono, per fortuna, alcune Regioni che si distinguono per avere un numero maggiore di scuole climatizzate. Nelle Marche, ad esempio, sono il 26,4%. A seguire, ma ad ampia distanza, Sardegna (15,7%), Veneto (9,7%), Emilia Romagna (7,8%), Valle d’Aosta (7,7%), Calabria e Liguria (6,6%), e Lombardia (6,4%). A presentare il dato più negativo invece è il Lazio, con solo l’1,6% degli istituti dotati di sistemi per rinfrescare i locali scolastici.

La situazione è ancora più critica per quanto riguarda gli impianti solari termici, presenti solo nel 2% delle scuole (1.266 sedi). Sebbene il PNRR preveda la riqualificazione energetica per le 166 nuove scuole e parte delle 2.100 da riqualificare, ciò rappresenta una quota minima rispetto all'intero patrimonio edilizio scolastico.

Un vuoto legislativo

Vi chiederete: ma non c'è una legge di tutela? Che eviti che le persone debbano frequentare ambienti pubblici roventi? Sorprendentemente, il DLGS 81/2008, che riguarda la sicurezza sul lavoro, non fissa valori precisi per la temperatura nelle scuole. Fa riferimento a norme tecniche piuttosto complesse che dovrebbero essere adattate all'ambiente scolastico, ma nella pratica, sembra che questo non accada quasi mai.

Alcune regioni, come il Veneto, hanno provato a fare da sé, stabilendo limiti di temperatura e umidità per i luoghi di lavoro con la Delibera n. 1887 del 27 maggio 1997. Il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (Allegato IV) affronta la questione in termini molto generali, rimandando alle specifiche condizioni dell'ambiente e dei lavoratori.

Per gli ambienti scolastici, in teoria, si dovrebbe fare riferimento a normative specifiche come la Legge 11 gennaio 1996, n. 23 e le norme UNI EN ISO 7726 e 7730, che parlano di comfort termico e umidità. L'INAIL, con il suo studio “Sicurezza e Benessere nelle scuole”, indica che la temperatura ideale per studiare in inverno sarebbe tra i 19-22°C con un'umidità relativa tra il 40-50%, mentre in estate tra i 24-26°C con umidità relativa tra il 50-60%.

Anche se non esiste una legge specifica che impone limiti di temperatura massima, è chiaro che un ambiente scolastico confortevole è fondamentale. Ignorare queste indicazioni potrebbe addirittura violare l’articolo 2087 del codice civile, che impone il rispetto dell’integrità fisica e morale dei lavoratori

Data pubblicazione 4 Luglio 2025, Ore 13:15 Data aggiornamento 4 Luglio 2025, Ore 15:17
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