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Sicurezza scuole

La sicurezza delle nostre scuole è stato il tema discusso giovedì 18 settembre alla Camera dei Deputati, durante la presentazione del XXIII Rapporto "Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola" dell'associazione Cittadinanzattiva.

Un'analisi dettagliata basata sui dati ufficiali dell'Anagrafe dell'Edilizia scolastica, che evidenziano numeri sempre più preoccupanti: tra settembre 2024 e settembre 2025 nei nostri istituti si sono verificati ben 71 crolli, un dato che supera i 69 dell'anno precedente segnando un nuovo, preoccupante, record.

Indice

  1. Crolli e infortuni in crescita
  2. Il fantasma dell'amianto
  3. Altri dati del rapporto: tra agibilità e videosorveglianza
  4. Gli asili nido
  5. I fondi che non bastano

Crolli e infortuni in crescita

Un trend negativo che, unito all'aumento degli infortuni degli studenti, evidenzia chiaramente quanto sia urgente e necessario intervenire. Nel solo 2024, infatti, in ambiente scolastico si sono verificati 78.365 casi di incidenti con protagonisti gli alunni, un balzo in avanti di +7.463 rispetto all'anno prima, secondo i dati INAIL. 

Le cause, inoltre, secondo Cittadinanzattiva sono spesso riconducibili alla vetustà degli edifici: la metà delle scuole ha circa 60 anni e il 49% è stato costruito prima del 1976, ovvero prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica.

E nonostante il 46% delle scuole si trovi in zone ad alta sismicità, gli interventi di adeguamento o miglioramento sismico hanno interessato rispettivamente solo il 4% e il 3,8% degli edifici. 

Inoltre, sebbene l'80% delle scuole disponga di un Documento di Valutazione dei Rischi e di un Piano di Evacuazione, resta grave il fatto che una scuola su cinque non li abbia ancora redatti.

Il fantasma dell'amianto

Un altro problema, un pericolo silenzioso, continua a minacciare allo stesso tempo la salute di studenti e personale scolastico: l'amianto. Nonostante le bonifiche, la questione è ancora lontana dall'essere risolta. 

Secondo l'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), nel 2021 c'erano ancora 2.292 edifici scolastici non bonificati. Ciò significa che circa 356.900 studenti e 50.000 membri del personale sono ancora esposti a questo rischio. 

La contaminazione non si limita ai tetti, ma si insinua anche in elementi interni come pavimenti in linoleum e impianti elettrici. Tra le città più colpite ci sono: Torino con 66 scuole, Milano con 89 edifici e Genova con 154 istituti "contaminati".

Si ricorda che l'esposizione all'amianto, materiale ampiamente utilizzato negli anni '70 e '80, è la principale causa del mesotelioma maligno, un tumore raro che colpisce principalmente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0.8% dei tumori maschili e lo 0.3% di quelli femminili, ma a causa del lungo periodo di latenza tra esposizione e diagnosi, il numero dei casi è previsto in aumento nei prossimi anni. 

Con una mortalità del 93%, ogni anno si registrano 10.000 nuove diagnosi, prevalentemente tra lavoratori esposti professionalmente. Le regioni italiane con il maggior numero di casi sono Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio.

Altri dati del rapporto: tra agibilità e videosorveglianza

Oltre a questi problemi più evidenti, il rapporto svela però molte altre carenze strutturali significative:

  • Agibilità e prevenzione incendi - Il 59% delle scuole non ha il certificato di agibilità, mentre il 58,36% non ha la certificazione di prevenzione incendi.

  • Collaudo statico - Manca nel 42,09% degli edifici, un dato allarmante per la stabilità delle strutture.

  • Accessibilità per studenti con disabilità - Solo il 41% delle scuole è accessibile. Dati sconfortanti se si considera che mancano: un ascensore o la presenza di uno non adatto al trasporto delle persone con disabilità (50%), l’assenza di servo scala interno (37%), di bagni a norma (26%) o di rampe interne per il superamento di dislivelli (25%) e ausili per disabilità sensoriali.

  • Impianti di riscaldamento e condizionamento - Solo il 7,42% delle scuole ha un sistema di condizionamento o ventilazione, mentre l’impianto di riscaldamento più diffuso nelle scuole è quello centralizzato a metano (69,14%), e solo 1.472 sedi scolastiche, pari al 2,45%, sono dotate di impianti solari termici.

Gli asili nido

Nel marzo 2025, un'indagine civica promossa da Cittadinanzattiva ha poi messo sotto la lente d'ingrandimento 1.517 asili nido in 77 capoluoghi di provincia, valutando la loro sicurezza strutturale. I dati raccolti mostrano, in questo caso, un quadro generalmente positivo, con l'88% delle strutture in possesso del certificato di prevenzione incendi e l'80% che rispetta le norme sugli impianti. 

Anche la manutenzione ordinaria è un punto di forza degli asili, con interventi effettuati nel 93% dei nidi, a dimostrazione di una costante attenzione da parte delle amministrazioni comunali.

Tuttavia, permangono delle criticità, in particolare per quanto riguarda il rischio sismico: solo il 22% degli asili nido è considerato "a prova di rischio sismico", una percentuale inferiore rispetto a quella degli edifici scolastici statali. 

Un'altra debolezza riguarda i sistemi di videosorveglianza, presenti solo nel 4% degli spazi interni e nel 14% di quelli esterni.

Nonostante queste lacune, l'indagine ha però evidenziato come la maggior parte dei nidi (86%) disponga di spazi verdi attrezzati, con il servizio mensa interno in quasi tutti i nidi (85%). Infine sono previste diete speciali ovunque. 

I fondi che non bastano

Il PNRR, con le Missioni 2 e 4, ha stanziato 12 miliardi per l'edilizia scolastica, coprendo interventi come la costruzione di 207 nuove scuole, l'adeguamento sismico e la riqualificazione energetica. 

Ma non sono ancora sufficienti per migliorare le cose. E nonostante questi ingenti fondi siano stati distribuiti per quasi il 60% al Sud, permangono forti disuguaglianze tra le diverse aree del Paese. Per questo motivo, Cittadinanzattiva chiede di più: "che si passi a un intervento strutturale e ordinario per rendere le scuole più sicure e più vivibili". 

L'associazione ha avanzato una proposta chiara: un fondo di tre miliardi di euro in tre anni, da inserire nella prossima Legge di Bilancio, per nuove indagini, messe in sicurezza e la costruzione di palestre e mense.

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