
Continua a conquistare sempre più istituti la scuola senza voti, un modello che punta i riflettori sull'apprendimento autentico anziché sul semplice numero. Dopo il recente caso di una scuola di Piacenza, questo approccio innovativo è stato scelto anche dall’Istituto Alberghiero "Einstein-Nebbia" di Loreto, che ha deciso di dare il via a una sperimentazione che coinvolge tutte le classi prime.
L’esperimento, battezzato "il primo anno senza voti", prevede una valutazione descrittiva lungo il percorso scolastico. Il voto complessivo, invece, apparirà soltanto nel documento finale, con la pagella di giugno.
Il preside ha spiegato che questa scelta è pienamente in linea con lo "spirito innovativo che ormai da anni contraddistingue il nostro Istituto e con il desiderio costante di migliorare la nostra offerta formativa".
I motivi della scelta
La decisione della scuola marchigiana è partita da una consapevolezza acquisita nel tempo: l'eccessiva focalizzazione sul voto può avere un impatto negativo sul benessere psico-emotivo degli studenti. Come ha sottolineato il dirigente scolastico, l'obiettivo non è il voto in sé, ma l'apprendimento.
"Come scuola abbiamo scelto di adottare, in via sperimentale, un tipo di valutazione formativa consapevoli dell’impatto negativo che un’eccessiva ed esclusivamente rivolta al voto può avere sul benessere psico-emotivo degli studenti", spiega il preside.
La valutazione descrittiva
Le prime classi dell’istituto Alberghiero, dunque, dicono addio al voto numerico già dall’anno 2025/2026. Ciò vuol dire che, dopo una verifica o un'interrogazione, gli alunni riceveranno una valutazione descrittiva, che fornisce indicazioni reali sul loro percorso e sui progressi fatti.
Il preside ha spiegato la differenza tra i due sistemi in modo chiaro: "Il voto è soltanto un numero, un’entità che resta lì su carta. La valutazione in questione, invece, deve essere uno strumento all’interno del processo formativo degli studenti, non il fine".
Per far sì che la sperimentazione si svolga con criterio e imparzialità, i docenti dell’istituto hanno anche progettato a livello dipartimentale e interdipartimentale delle rubriche di valutazione dettagliate, che verranno anche condivise con gli studenti.
E, cosa importante per garantire la qualità di questo approccio, i docenti hanno anche partecipato a una formazione specifica sul tema.
La reazione di studenti
Questa rivoluzione è stata accolta con entusiasmo e fiducia da parte degli studenti, che hanno mostrato grande interesse e, a quanto pare, sono molto contenti, come racconta il dirigente scolastico.
L'idea anche secondo loro è che, eliminando la pressione del voto, si crei un ambiente più sereno: "Secondo noi trovare nelle aule un ambiente da vivere con serenità, poter contare su un rapporto di fiducia costruito insieme sono presupposti fondamentali per un apprendimento significativo", ha commentato il preside.
In sostanza, "la valutazione cambia forma e si arricchisce, non si ferma al semplice voto numerico ma si instaura un processo costruttivo in itinere, capace di tenere conto di tutte le sfaccettature del percorso formativo degli studenti, della complessità dell’apprendere".
Le altre scuole
Il modello di scuola che introduce una valutazione descrittiva ad oggi è stato adottato da diverse scuole italiane. A Piacenza nasce la prima scuola "novariana" del Paese, un'innovativa secondaria di primo grado che promette di stravolgere il tradizionale modello di insegnamento, eliminando voti, cellulari e lezioni frontali.
Non solo, l'idea di una valutazione meno rigida e lo sviluppo di competenze di autovalutazione ha già trovato applicazione in istituti come il liceo Morgagni di Roma, e ha ispirato realtà quali il Copernico-Luxemburg di Torino, il Romagnosi di Parma, il Marco Polo di Firenze, il Bottoni di Milano e il Volta, sempre a Piacenza.