
In una circolare appena emanata il Ministero dell’Istruzione si ribadisce che non si può subordinare ai tamponi l’ingresso nelle scuole. Le regioni però, possono comunque decidere diversamente in casi particolari.
Vediamo cosa stabilisce la circolare del MI in merito agli screening diagnostici nelle scuole.
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Screening diagnostici nelle scuole: obbligatori o no?
E’ stato estremamente chiaro Stefano Versari, capo dipartimento del MI: "L'attuale quadro legislativo nazionale non prevede la possibilità di subordinare la fruizione in presenza dei servizi scolastici all'effettuazione obbligatoria di screening diagnostici”. Una precisazione dovuta a seguito dell'ordinanza regionale del governatore Arno Kompatscher, per la quale gli alunni che non si sottopongono ai tamponi fai da te restano in Dad. Dopo attenta analisi della questione, anche da parte del Garante della Privacy, il Ministero ha precisato che a livello normativo i test non possono essere un obbligo. Sì, invece, a qualsiasi tipo di screening su base volontaria. Tamponi, test salivari e ogni altro sistema di indagine viene comunque appoggiato e sostenuto, al fine di “accrescere la sicurezza dello svolgimento dell’attività didattica”. Si invitano quindi caldamente le scuole a favorire le forme di collaborazione tra le istituzioni sanitarie e quelle scolastiche.
Il caso di Bolzano
Tuttavia il governatore Kompatscher dice no alla direttiva statale, perché sostiene che “la circolare del Miur non modifica l'attuale base giuridica [...] rappresentata da un'ordinanza provinciale, tuttora in vigore. Le normative statali più volte e in modo esplicito prevedono provvedimenti specifici locali in determinanti situazioni. Per questo motivo l'ordinanza provinciale è pienamente conforme alle normative statali". E anche il Tar gli dà ragione, respingendo la richiesta di sospensiva del provvedimento avanzata da un gruppo di genitori che chiedeva appunto la sospensione cautelare dell’obbligo di effettuare i test nasali per partecipare alle lezioni in presenza. Quindi nella provincia di Bolzano il provvedimento resta in vigore con l’obiettivo di garantire un ritorno alle lezioni in presenza a scuola che possa durare nel tempo. La questione verrà comunque affrontata nuovamente il 27 aprile.
Cosa dice il decreto?
La circolare del Ministero ricorda comunque il contenuto dell'ultimo decreto sulla scuola del governo Draghi. Dal 7 al 30 aprile i bambini e ragazzi, fino agli studenti della prima media, potranno frequentare in presenza, anche se abitano in territori in zona rossa. Ma precisa anche che la norma può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e dei sindaci di altri comuni “solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”. I provvedimenti quindi possono essere adottati una volta “sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l'applicazione a specifiche aree del territorio".Riassumendo: la legge nazionale non può obbligare gli studenti a sottoporsi ai test per entrare a scuola, ma sindaci e governatori hanno facoltà di disporre diversamente in casi di particolare gravità.