
Quando si torna tra i banchi di scuola, uno dei primi pensieri è sempre lo stesso: dove mi siedo? E, ancora più importante, con chi mi siedo? La disposizione dei banchi in classe non è solo una questione di comodità o preferenze personali, ma può influire profondamente sul tuo modo di apprendere, comportarti e interagire con i compagni.
Ma cosa dice la scienza a riguardo? A questo proposito, il portale 'IlPost' ha pubblicato la guida definitiva sull'assetto dei banchi in classe: scopriamo allora se i banchi singoli o doppi fanno davvero la differenza.
Quali sono le due disposizioni più utilizzate?
Le scuole di tutto il mondo, Italia inclusa, adottano principalmente due tipi di disposizione per i banchi: la tradizionale e quella a gruppi. La disposizione tradizionale prevede file di banchi singoli o doppi ordinati in colonne, tutte rivolte verso la lavagna.
Un assetto utile per concentrarsi sul lavoro individuale, poiché riduce al minimo le distrazioni e le interazioni indesiderate. D'altra parte, però, questa configurazione può limitare la comunicazione tra gli studenti, rendendo l’ambiente meno collaborativo. La seconda opzione, sempre più popolare negli ultimi anni, è quella a gruppi o "isole". Qui, i banchi sono accostati in piccoli gruppetti, favorendo la collaborazione e le attività di gruppo: si punta sui lavori di squadra e sulle relazioni tra compagni, rendendo l’aula uno spazio più dinamico.
Quali sono le diverse configurazioni dei banchi?
Oltre alle due disposizioni più comuni, esistono altre modalità che vengono utilizzate a seconda delle esigenze didattiche o dello spazio disponibile in aula. Un esempio è la disposizione a ferro di cavallo, in cui i banchi sono disposti in modo circolare o a U attorno alla cattedra. Questa configurazione permette a tutti gli studenti di vedere l'insegnante e vedere i propri compagni, favorendo il dialogo e la partecipazione attiva. Un’altra modalità, meno diffusa ma sempre interessante, è quella dei banchi sparsi. Qui, i banchi sono distanziati in modo irregolare, con ogni studente separato dagli altri. Questo tipo di disposizione è ideale per ridurre le distrazioni e incoraggiare il lavoro individuale. Spesso viene adottata durante le prove scritte o in momenti in cui è richiesta una concentrazione maggiore.
Infine, c’è la disposizione a file orizzontali, dove i banchi sono allineati uno di fianco all’altro, con la cattedra davanti. Anche se meno interattiva, questa disposizione aiuta a mantenere un ambiente ordinato e ben controllato, utile in classi numerose o in situazioni che richiedono un certo grado di formalità. Un elemento interessante che emerge da alcune ricerche è poi la presenza della T-zone o action zone. Così chiamata per la sua forma che ricorda una T, questa zona include la prima fila di banchi e la colonna centrale, ed è l'area in cui si osservano i comportamenti migliori degli studenti. Gli alunni seduti nella T-zone tendono a mantenere una buona condotta e a partecipare attivamente alle lezioni, grazie alla maggiore vicinanza e al controllo visivo dell'insegnante.
Qual è l'assetto migliore secondo gli esperti?
Secondo gli esperti, non esiste una risposta definitiva. La disposizione migliore dipende dagli obiettivi didattici e dalle dinamiche della classe. Studi scientifici hanno dimostrato che entrambe le disposizioni presentano vantaggi e svantaggi, che possono variare in base al compito richiesto.
Se l'obiettivo è migliorare le relazioni sociali e incentivare la collaborazione, i banchi doppi o a gruppetti sono sicuramente la scelta vincente. Sedersi accanto a un compagno può trasformare due alunni che non si conoscono bene in buoni amici, aiutando anche a migliorare il clima di classe. Inoltre, la vicinanza fisica può aumentare la popolarità percepita, rendendo l’ambiente scolastico più inclusivo.
D’altro canto, quando è necessario favorire il lavoro individuale o mantenere un maggiore controllo sui comportamenti in classe, la disposizione con banchi singoli sparsi risulta più efficace. Questa configurazione è particolarmente utile per evitare distrazioni e garantire che tutti restino concentrati sul proprio lavoro. Infine, va detto che la formula migliore sarebbe quella di modificare la conformazione della classe più volte nel corso dell'anno scolastico. Secondo l'Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), infatti, è fondamentale che le classi siano degli “spazi polifunzionali e versatili”, per garantire una certa flessibilità nell'ambito della didattica.