
Svolta storica per la Sardegna. Nelle scuole dell'isola si studierà la lingua sarda. Un provvedimento, quello varato mercoledì dal Consiglio regionale, che stanzia 7 milioni di euro per il triennio prossimo e prevede l'istituzione di una Consulta che dovrà decidere sulla forma scritta da attivare.
Così la Regione Sardegna ha una legge di disciplina organica della lingua sarda e delle altre lingue parlate nell’isola, come il logudorese, il campidanese e le parlate diffuse nelle singole comunità locali - e quelle "linguistiche alloglotte", come il gallurese, anche nelle varianti castellanese e corso-maddalenino, il sassarese e il tabarchino.
L'approvazione del provvedimento risponde, però, a un'emergenza.
Il ricorso al sardo (che fino a ieri non era riconosciuto dallo statuto speciale) come lingua primaria nelle relazioni e nelle transazioni di tutti i giorni è crollato e i giovani sardi non conoscono la loro lingua madre o non sono in grado di parlarla.
Attuata la riforma Moratti
Per attuare la legge, ci si è avvalsi delle quote di autonomie previste della norme vigenti: la Sardegna attua anche dalla riforma Moratti sulla quota regionale dei piani di studio, che consentirà di insegnare la storia della lingua sarda nelle scuole.In generale, spiega Paolo Zedda, padre del provvedimento legislativo, “acquisiamo le competenze nella gestione amministrativa degli sportelli linguistici, anziché il ministero se ne occupa la Sardegna, abbiamo la funzione di coordinamento nell’insegnamento della lingua”.
Per l'assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, si tratta di una vera svolta: "È un risultato storico importante, finalmente la Regione si dota di uno strumento regolatore in materia linguistica, la lingua è l'identità più sentita di un popolo, la utilizza per comunicare all'esterno e identificarsi al suo interno".
Contributi a mass media, editoria e web e insegnamento nelle scuole
Il testo propone diverse azioni, che saranno realizzate quanto prima, e che hanno in comune l’obiettivo fondamentale della tutela e della trasmissione della lingua, per esempio con l’insegnamento nelle scuole e il coinvolgimento delle famiglie, e ancora l’utilizzo della lingua per fini istituzionali.
Tra le novità, vi sono i contributi a mass media, editoria, strumenti informatici e web parametrati al reale utilizzo della lingua. Si va, in pratica, verso una tv e una radio completamente in lingua sarda.
Organismo centrale istituito dalla legge è la “Consulta de su sardu” con lo scopo di elaborare la proposta di uno standard linguistico e di una norma ortografica. La proposta tiene conto delle macrovarietà storiche e letterarie e delle parlate diffuse nelle singole comunità locali.