
In una recente intervista rilasciata al quotidiano “Libero”, il numero uno di Viale Trastevere è tornato sulle questioni dell'orientamento scolastico e dell'istruzione tecnica. ”Fare emergere il talento e le abilità di ciascuno” questa in sostanza la posizione del ministro che promette delle importanti novità.
-
Leggi anche:
- Saluto romano nella foto ricordo degli ex alunni del liceo, scoppia la polemica
- Scuola, gli effetti dell’inverno demografico: nei prossimi dieci anni 1,5 milioni di alunni, 60mila prof e 3mila dirigenti scolastici in meno
- Il test del prof ai suoi alunni: "Cosa ti fa più paura?". Loro rispondono: "L'abbandono"
Valditara: “Abbiamo svalutato formazione tecnica ma è pilastro sistema produttivo”
Il Ministro Valditara immagina una scuola a misura di studente ”anche introducendo docenti tutor che seguano chi ha più problemi ma pure chi va più veloce e magari in classe si annoia. Importante è che la scuola sappia orientare lo studente a fare le scelte formative giuste”. Poi una riflessione sulla formazione tecnica e professionale: ”Oggi il 58% dei ragazzi italiani va al liceo, mentre in Svizzera e Germania ben l’80% dei ragazzi fa apprendistato o frequenta scuole tecniche e professionali. Noi abbiamo svalutato la formazione tecnica, ritenendola di seconda categoria, quando invece è il pilastro del sistema produttivo. Bisogna farla diventare un canale formativo di serie A, costruendo una filiera unica che vada dalla formazione fino all’istruzione tecnica superiore, parallela all’università e che renda anche questo tipo di insegnamento di alto livello” ha spiegato il ministro.Serve dunque una riforma capace di conciliare formazione e lavoro, che ponga al centro la formazione dello studente, passando anche per la collaborazione con le aziende: ”Faremo un’importante riforma della scuola tecnico-professionale. In Italia ci sono un milione e 200mila posti di lavoro, che non vengono occupati per mancanza di competenze tecniche. Il 46 per cento delle aziende non trova qualifiche adeguate. Le imprese vanno coinvolte e, laddove siano necessarie qualifiche specifiche, le scuole devono poter assumere docenti tratti dalle imprese” ha concluso il Ministro dell'Istruzione e del Merito.