
L’ORA D’ISLAM, ECCO PERCHE’ - Secondo il Viceministro Urso, lo scopo dello studio della religione islamica nelle scuole sarebbe, non certo quello di “combattere l’Islam, ma il fondamentalismo prima che esso abbia la meglio sulla nostra società”, precisando, inoltre, che l’insegnamento dovrebbe essere affidato a “docenti riconosciuti italiani, al limite anche imam a patto che abbiamo i requisiti e siano registrati in un apposito albo”. Una proposta che, come abbiamo già accennato, non ha tardato a scatenare numerose polemiche a cui il Viceministro ha replicato affermando che la sua non vuole essere una provocazione, bensì nient’altro che la realizzazione di una ipotesi “esplicitamente prevista dalla legge di attuazione del Concordato del 1929 e confermata dalla revisione del 1984. Ed è ciò che propose sua Santità già tre anni fa per le scuole tedesche”.
SI… FORSE - Nel panorama politico c’è, da una parte, chi si è mostrato subito favorevole ad un intervento di questo tipo, come il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha parlato di “Una proposta di buon senso, per nulla scandalosa” e, accanto a questi chi, pur non respingendo totalmente l’idea dell’ora di religione islamica, ha avanzato qualche remora. Ad esempio, D’Alema, del Pd, anche se parzialmente d’accordo, ci ha tenuto a precisare che “in un mondo ideale sarebbe opportuna un’ora di insegnamento di tutte le religioni insieme”. Diversa è la motivazione che Casini da per la sua perplessità nei confronti di tale proposta. Il leader dell’Udc ha affermato che “In Italia bisogna salvaguardare sempre i principi di libertà di religione. Ciascuno, musulmano o di altra religione che sia, deve poter professare la propria fede, ma le istituzioni pubbliche devono soprattutto valorizzare l’identità cristiana del nostro Paese” e continua dicendo che “l’idea dell’onorevole Urso è senz’altro generosa, ma rischia di essere avventata”.

LA CHIESA CATTOLICA SEMBRA DIVISA - E poi, ovviamente c’è la posizione della Chiesa, che però non sembra essere univoca. Se, infatti, il cardinal Martino aveva già in passato pensato ad un’ora di Corano a scuola e oggi sostiene che, con i debiti controlli, “eviterebbe che i giovani di religione islamica finissero nel radicalismo”, assolutamente contrario si dichiara Bagnasco che sostiene: “L’ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura”; una “disciplina culturale” quindi, diversa dal catechismo.
INTEGRAZIONE: E' UNA SFIDA CHE DOBBIAMO VINCERE- Lo scenario delle opinioni è, quindi, molto variegato a conferma di quanto l’integrazione sia oggi un tema spinoso e di scottante attualità. Non si parla, infatti, solo di religioni, ma con esse ovviamente anche di valori culturali che, con la globalizzazione e il forte processo di migrazione, si trovano a incontrarsi e, inevitabilmente anche a urtare contro i muri dell’ignoranza, del pregiudizio o semplicemente contro la paura di confrontarsi con il “diverso”. L’integrazione è la parola chiave è la sfida che il terzo millennio deve riuscire a vincere, ma il problema è: come?
I RAGAZZI DI COSA HANNO VERAMENTE BISOGNO? - Di fronte alle ormai ben note difficoltà economiche che la crisi ha comportato, ci chiediamo se, invece di pensare ad ore dedicate esclusivamente all’insegnamento di una religione, non ci si possa invece orientare su corsi di lingua italiana per ragazzi stranieri oppure investire risorse su insegnanti di sostegno che aiutino i giovani studenti a superare le loro difficoltà di comunicazione e, di conseguenza, ad agevolare il loro processo di integrazione.
E sicuramente, su questo punto, ci interessa sapere l’opinione di tutti i ragazzi, sia quelli stranieri che si trovano disorientati nel nostro paese e sia quelli “nostrani” che vivono direttamente l’esperienza di amicizie interculturali.Lascia anche tu un commento!