Lo scorso anno era circa il 64% degli studenti a sostenere di usare quotidianamente il registro elettronico, quest’anno c’è stata un’impennata fino all’80%. Un successone. Ma a metterci le mani non sono i professori, come sarebbe auspicabile, ma i ragazzi, in oltre 1 caso su 3. Il gap generazionale sul digitale è enorme.
Così come il rischio privacy, quello di furto e quello – addirittura - di manomissione dei dati.PIU' REGISTRI ELETTRONICI...- Secondo l’indagine di Skuola.net che ha intervistato circa 4mila studenti, non tutti coloro che usano il registro elettronico hanno totalmente sostituito il cartaceo. Accanto al 53% che adopera solo il primo, si affianca un buon 27% di chi usa entrambe le versioni. Nel 2014 andava molto peggio: appena il 37% aveva detto del tutto addio ai metodi tradizionali. Per quanto riguarda la compilazione, oggi ben il 70% usa direttamente il pc o sul tablet presente in classe. L’anno scorso era solo il 61%. Continuano però ad essere comuni quei metodi “ibridi” di compilazione, tra cui il più frequente è scrivere le annotazioni di voti e assenze scritte su carta, per inserirle in un secondo momento nel pc del laboratorio informatico. Tuttavia anche questa abitudine sta progressivamente andando a scomparire. Oggi è il 21% degli studenti a vedere adottare questa soluzione in classe, 8 punti in meno rispetto al 2014.
...MA AD USARLI SONO GLI STUDENTI - L’evoluzione tecnologica sembra quindi avanzare, a differenza delle traballanti competenze informatiche dei prof. Sempre di più sono gli insegnanti che invitano gli studenti a compilare il registro elettronico al posto loro. Nel 2014, era il 71% degli intervistati a sostenere che si guardassero bene dall’affidare ai propri alunni questo compito. Oggi la percentuale crolla al 65%. E se per il 16% dei ragazzi il permesso viene concesso solo raramente, il 12% sostiene che il registro di classe è spesso compilato dagli studenti. Per il 7%, non è tabù neanche quello personale del prof.
TRA NORD E SUD - Se questi appena illustrati sono i dati complessivi, emergono tuttavia delle differenze per zone geografiche. Se per ben il 31% degli studenti provenienti dalle regioni del sud il registro elettronico è totalmente sconosciuto, al nord è solo il 14% ad essere rimasto ai metodi tradizionali. Nelle regioni centrali siamo al 23%. Differenze anche per quanto riguarda i prof “permissivi”: ben il 45% degli studenti del sud sostiene che i prof autorizzino gli alunni a compilare il registro elettronico. Tra i ragazzi del centro si arriva al 40%. Per quelli del nord la media si abbassa al 30%.
L'OCCASIONE FA LO STUDENTE LADRO - Come spesso accade alla Scuola, il registro elettronico inizia a diventare una realtà di massa solo tre anni esatti dopo che l’allora Ministro Profumo (Settembre 2012) annunciava urbi et orbi che ogni la consegna di li a poche settimane di un pc in ogni classe per questo e altri scopi. Tuttavia non tutti i prof sono preparati o hanno sufficiente manualità per usarlo: uno studente su 3 afferma che in classe i prof danno agli studenti la possibilità di mettere mano alla compilazione dei registri. Così si allargano gli orizzonti dei furbetti che realizzano finalmente il sogno di intrufolarsi nel registro dei prof. Non sono stati pochi, ultimamente, i casi di studenti “beccati” a cambiare i voti o il numero delle assenze, dopo aver violato il registro elettronico. Solo a maggio scorso, uno degli ultimi casi a La Spezia. A dicembre 2014 ben 13 ragazzi sono stati denunciati a Bologna e un altro studente a Grosseto. Il sistema usato? Spesso il più semplice, il furto delle credenziali al docente. A conferma che l’abitudine di delegare un compito di tale importanza comporti il rischio che lo studente sia invitato a commettere una “bravata” con pesanti conseguenze soprattutto per la sua carriera scolastica.
MAMMA E PAPA' CONTROLLANO - Non è solo il rischio bocciatura a spaventare i ragazzi e spingerli a manomettere i dati sul registro, ma probabilmente anche quello di una bella lavata di testa. L’occhio attento di mamma e papà, infatti, controlla spesso l’andamento di assenze e voti sul registro elettronico: lo sostengono in ben 2 su 5. Uno su 3 conferma che l’ispezione avvenga invece saltuariamente. Questa abitudine non esisteva ai tempi dei “vecchi” registri: ai genitori non rimaneva che presentarsi ai colloqui con i prof o aspettare la pagella.
Carla Maria Ardizzone