Marcello G.
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in che modo viene messo il 5 in condotta

Il registro elettronico cresce ancora e, oramai, ha fatto il suo ingresso in quasi tutte le scuole d’Italia. Magari non sempre da protagonista ma i numeri possono tranquillamente far parlare di successo. Forse l’unico tassello della scuola digitale che sembra davvero essere entrato definitivamente nella didattica. Eppure, sono spesso gli studenti a inserire i dati al posto dei professori.

UNA DIFFUSIONE SEMPRE PIU’ AMPIA - Le ultime rilevazioni del Ministero dell’Istruzione – aggiornate all’anno scolastico 2014/2015 – ci dicono che il registro elettronico di classe, all’epoca, era presente nel 69,2% degli istituti, il registro del docente nel 73,6%. Ma il dato va aggiornato in positivo con i numeri raccolti da una survey di Skuola.net, sulla tecnologia a scuola, che ha visto rispondere circa 4mila studenti di medie e superiori. Stando a quanto dicono i ragazzi, nell’86% dei casi l’uso del registro elettronico a scuola è una pratica consolidata. Il 60% degli studenti interpellati, infatti, dice che presenze, assenze, compiti e note vengono registrati esclusivamente su fogli elettronici, mentre per il 26% di loro gli si affiancano carta e penna, per sicurezza. Ma è confortante vedere che solo il 14% dica di utilizzare ancora i metodi tradizionali.

Studenti hacker con il registro elettronico, guarda il video:

IL SUD ARRANCA - Ci sarebbe da esultare se non fosse che, anche su questo fronte, il Paese risulta spaccato a metà: al Nord, ad esempio, è il 70% degli studenti a confermare l'uso di questo strumento digitale (il 91% se inseriamo anche i casi di coabitazione tra registro elettronico e cartaceo). Al Sud, al contrario, si scende in picchiata fino al 38%, con il 40% che utilizzano sistemi "misti". Più di 1 ragazzo su 5 proveniente dal Meridione, poi, ammette di non aver mai visto nella propria classe il registro digitale.

MOLTI INSERISCONO I DATI DIRETTAMENTE IN CLASSE - Per quanto riguarda le modalità d’inserimento dei dati, il 74% riporta che quest’operazione avviene direttamente tramite i pc o i tablet presenti in classe. Nel resto dei casi, le informazioni vengono scritte su carta e inserite successivamente in aula professori o nel laboratorio computer, mancando dispositivi in tutte le aule (17%). Altrimenti si affida il compito al personale scolastico non docente(3%) o ci si organizza in altro modo (6%).

MA GLI STUDENTI CONTINUANO A METTERCI LE MANI - Ma chi compila questi registri? Negli anni scorsi balzava agli occhi come, in molti casi, i docenti affidassero questo compito agli alunni, con conseguenti rischi di manipolazione dei dati. E il fenomeno non sembra migliorare: se dodici mesi fa erano solo 2 studenti su 3 a vedersi vietare tale pratica, oggi siamo al 68%. Praticamente non ci sono variazioni. Circa 1 intervistato su 10 testimonia l'abitudine del prof di permettere agli studenti di inserire dati nel registro di classe al suo posto, addirittura il 5% conferma che questo succede anche con il registro personale. Circa il 16% dice che cose del genere sono accadute, sì, ma solo raramente.

LE FAMIGLIE LO CONSULTANO SEMPRE DI PIU’- E i genitori? Come si stanno approcciando a un’innovazione pensata anche per loro, per renderli maggiormente partecipi del rendimento scolastico dei figli? Mamme e papà sembrano diventare sempre più tecnologici: il 43% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio dice che i propri genitori controllano assiduamente il registro elettronico (nel 2015 erano il 38%). Per 1 su 3, la consultazione avviene sporadicamente. A conti fatti 3 genitori su 4 – il 75% - hanno ormai preso dimestichezza con il "nuovo" strumento.

Marcello Gelardini

Registro elettronico: gli studenti continuano a "metterci le mani" articolo
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