Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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 Autovalutazione, la scuola si fa un selfie

AL VIA LE PAGELLE - La scuola si osserva, si giudica e magari si da anche un voto. Parte da oggi la fase cruciale dell'autovalutazione stilata da Invalsi: una fotografia puntuale della situazione attuale di ogni singola scuola.

A scattarla saranno le scuole stesse, circa 8300, praticamente un selfie. E i particolari che saranno maggiormente messi a fuoco sono gli studenti: la loro condizione scolastica, il rendimento e l'inserimento nell'università o al lavoro.

CONTESTO SOCIALE – Nella prima parte della rapporto di autovalutazione, le scuole sono chiamate a dare indicazioni sulla popolazione scolastica, sul territorio, sulle risorse economiche e professionali. Vale a dire: quanti iscritti ci sono a scuola e tra questi quanti sono in condizioni di disagio, svantaggiati, con genitori disoccupati o immigrati. Quanti finanziamenti ha ricevuto la scuola e in che condizioni di edilizia si trova, che tipo di insegnanti ci sono e le caratteristiche del preside

STUDENTI AI VOTI– Nella seconda parte si entra nello specifico dei voti: gli scrutini. E i ragazzi sono i veri protagonisti. Il report chiede infatti l'esito degli scrutini, il numero di trasferimenti, abbandoni e i risultati nelle varie materie. Il livello di apprendimento dei ragazzi e le differenze da classe a classe. Si passa poi a quel che accade una volta che i ragazzi sono usciti dalla scuola:dalla frequenza al successo negli studi universitari fino all'inserimento nel mondo del lavoro.

TROPPE ASSENZE? – Nella terza parte si parla invece dell'offerta didattica dal curriculum alla programmazione, dalla durata agli orari delle lezioni. Fino all'approfondimento del clima scolastico: se ci sono stati episodi problematici, sospensioni o troppe assenze. Nelle domande si chiede anche quale sia il livello di inclusione, di recupero, di orientamento e di continuità scolastica dei ragazzi.

PROF SOTTO ESAME – Questo è anche il passaggio relativo ai docenti: dalla gestione delle risorse per il fondo di istituto al calcolo delle ore di lezione, di supplenze retribuite e non, coperte o scoperte. Si prendono in considerazione anche i progetti realizzati, la durata e la spesa per i singoli progetti, così come la formazione per i docenti e i loro gruppi di lavoro.

MAMMA E PAPA' AI VOTI - Non scappano neanche mamma e papà dall'autovalutazione delle scuole. Il report chiede infatti dettagliatamente che tipo di partecipazione c'è da parte delle famiglie: se e quanti votano per le elezioni al consiglio di istituto, se sono presenti agli incontri con i professori o nelle attività scolastiche, se versano i contributi volontari richiesti e se la scuola ha messo in campo azioni mirate per migliorarne il coinvolgimento.

SCUOLE APERTE – Uno degli argomenti più sensibili e da sviluppare, resta certamente la capacità delle scuole di aprirsi al territorio e, perché no, di fare squadra tra loro. O, meglio, rete tra loro. Se ne parla nella parte finale dove l'istituto è chiamato a rispondere sulla partecipazione o meno ad una rete di scuole, ai motivi della partecipazione ad una rete e al legame con il territorio esterno e con i suoi rappresentanti. Senza dimenticare uno dei cardini principali del piano sulla Buona Scuola, che riguarda l'attenzione all' alternanza scuola-lavoro: il report chiede infatti se nell'istituto ci sono stage o inserimenti a vario titolo nel mondo del lavoro.

NON BARARE – Impossibile o quasi bluffare sui voti. Le scuole, in piena autonomia, compilano i questionari e poi, a verificare che sia tutto in regola, arriveranno gli ispettori del ministero. Quindi occhio ai furbetti. Sotto controllo, infatti, ci finirà almeno un campione del 10% delle scuole

SCUOLE DA INCUBO - Non solo voti: una volta usciti i risultati della valutazione, nel luglio prossimo, si passerà alla fase del miglioramento. Le scuole chiameranno un esperto, alla Gordon Ramsay, per rimettersi in sesto. Qualcuno, dall’Indire ma anche da altri enti, che possa risanare la carenza della scuola: dalla didattica al bilancio, dagli orari alla dispersione degli studenti. Anche le scuole, quindi, avranno i loro debiti da recuperare.

Guarda il video per sapere tutto sulle prove Invalsi

fonte Skuola.net