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campagne anti bullismo

Basta discriminazioni e atti di bullismo: a gridarlo a gran voce sono direttamente i ragazzi. Non solo quelli che, quotidianamente, subiscono atti di violenza fisica e psicologia da parte di loro coetanei.

Perché oggi, a fare la voce grossa, sono i loro coetanei. Adolescenti che, sinora, hanno assistito inermi a scene di ordinaria sopraffazione ma che, adesso, dicono basta e tentano di fare qualcosa per i propri amici. Così aumentano le iniziative che vogliono puntare i riflettori sul problema bullismo raccontandolo non dal solito punto di vista degli adulti ma da quello degli adolescenti, i più coinvolti e sensibili al fenomeno.

Il bullismo può essere raccontato in tanti modi diversi. Guarda questo video

A LECCE LA CAMPAGNA “MABASTA” - Qualche tempo fa avevamo parlato di un gruppo di studenti 15enni dell’Istituto "Galilei - Costa" di Lecce che aveva lanciato il movimento “MaBasta” (Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti). Uno slogan dietro cui ci cela una strategia che usa i linguaggi dei più giovani – sito web, pagina facebook, ecc. - per arrivare prima all’obiettivo e diffondere la cultura dell’anti-bullismo. Un progetto che ha visto subito un’ampia partecipazione in Rete e che ha trovato delle sponde per veicolare il messaggio in quattro importanti siti che si occupano di scuola: YourEduAction, OrizzonteScuola, Aetnanet e MasterProf.

LANCIATA DA ROMA UNA PETIZIONE ONLINE - È forse prendendo spunto dall’esempio dei ragazzi di Lecce che nasce, ora, un’altra iniziativa degna di nota e diffusione. Questa volta la lotta al bullismo parte da Roma, dove cinque studentesse del liceo Kant - Sara, Claudia, Erika, Chiara e Giulia – hanno lanciato una petizione online su Change.org per chiedere al Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che venga al più presto istituita una giornata all’anno in cui in tutte le scuole si debba parlare di discriminazione e bullismo. Un momento comune per approfondire quei fenomeni di prevaricazione che molti ragazzi conoscono solo superficialmente; non abbastanza per comprendere l’importanza di un impegno diretto a sconfiggerli.

"Purtroppo quasi ogni giorno a scuola – dicono le ragazze nel testo della petizione -assistiamo ad episodi di violenza psicologica e/o fisica nei confronti di chi è considerato ‘diverso’ dalla norma. Troppe volte abbiamo visto prese in giro verso la ragazza in sovrappeso o verso il ragazzo che ama vestirsi di rosa. Questi sono solo pochi dei, purtroppo, tanti esempi che potremmo fare".

In poco più di una settimana la petizione ha raccolto quasi 6mila firme. Numeri importanti che dovrebbero perlomeno stimolare un intervento da parte del Ministero.

L’IMPEGNO DEL MINISTERO - Anche se, in verità, il Miur ha già avviato il progetto Generazioni Connesse – di cui Skuola.net è partner – per insegnare ai più giovani come rendere il web un luogo più sicuro; per evitare che, come spesso accade, il bullismo inizi da una pagina di un social o di una chat prima di diventare violenza vera e propria.

I RAGAZZI SI RACCONTANO IN RADIO - Ma, per combattere efficacemente un fenomeno come il bullismo, che cresce di giorno in giorno quasi senza accorgercene, c’è bisogno dell’impegno di tutti, soprattutto di chi ha gli strumenti per far arrivare il messaggio a migliaia di persone. I ruolo dei mezzi di comunicazione e, perciò, fondamentale. Una sfida che, ad esempio, ha già raccolto la trasmissione “Si può fare”, in onda su Radio24 il sabato mattina dalle 7.30 alle 10, al cui interno ogni settimana è ospitata la rubrica “Cacciabulli”; un progetto nato in collaborazione con Radio Immaginaria - la prima ed unica web radio in Europa fatta da adolescenti tra gli 11 ed i 17 anni – che dà voce ai ragazzi; uno spazio in cui i giovani che hanno subito atti di bullismo – e i loro amici – raccontano senza filtri le esperienze vissute sulla propria pelle; un modo anche per far capire ai genitori le sensazioni e il punto di vista dei loro figli.

Bullismo, gli studenti alzano la voce contro le discriminazioni articolo