matteobortone
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Nella regione Veneto, negli ultimi mesi, più di 6.000 insegnanti di ruolo hanno chiesto di trasferirsi in altre regioni, soprattutto del Centro e Sud Italia. Un numero che preoccupa, aumentato di quasi 1.500 unità rispetto all’anno precedente, e che rischia di lasciare molti posti vacanti negli istituti scolastici della regione.

Dando la misura di quella che sta pian piano diventando una vera e propria emergenza: la fuga dei docenti dal Nord, specialmente se non originari di queste zone.

Tra le province più colpite, come riporta 'Treviso Today', ci sono: Verona in testa con 1.190 domande, seguita da Vicenza con 1141 e Treviso con 1115, quest’ultima registrando il balzo più alto con +309 trasferimenti richiesti in un solo anno. E nella "fuga" non sono da meno anche Venezia con 1015, Padova con 1005, Belluno 286 e Rovigo 270.

Indice

  1. Le ragioni di questi trasferimenti: un costo della vita elevato
  2. Organici a rischio e studenti senza continuità didattica
  3. Denatalità e accorpamenti: un quadro scolastico in evoluzione

Le ragioni di questi trasferimenti: un costo della vita elevato

Sul perché così tanti insegnanti del Veneto vogliano cambiare aria, Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale, spiega: “Difficoltà nel reperire alloggi e aumento delle spese per i canoni di locazione e per le utenze a fronte di stipendi che rimangono invariati sono le cause all'origine di questa fuga”.

Insomma, la vita nelle province venete - e più in generale in tante aree del Settentrione - sta diventando sempre più costosa per i docenti, i cui stipendi purtroppo non tengono il passo con l'inflazione. Trovare un alloggio a prezzi accessibili è diventato un'impresa ardua e le bollette sono sempre più salate. Di fronte a questa situazione, molti preferiscono trasferirsi in regioni dove il costo della vita è più sostenibile.

Organici a rischio e studenti senza continuità didattica

Questa massiccia ondata di trasferimenti non è certo una buona notizia per le scuole venete (e del Nord) ma soprattutto per gli studenti. Come sottolinea Baldin: “È evidente che l’esodo verso altre regioni rende più difficile completare gli organici per il prossimo anno scolastico in Veneto e, di conseguenza, comporta la fornitura di un servizio scolastico spesso frammentato, provvisorio, carente di quella continuità necessaria nel rapporto tra docenti e classe”.

Ciò significa che il rischio per gli alunni è quello di trovarsi a cambiare spesso prof, soprattutto se si tratta di studenti "fragili", in particolare quelli che hanno bisogno di un insegnante di sostegno

Denatalità e accorpamenti: un quadro scolastico in evoluzione

Ma questo non è l'unico problema per il nostro sistema scolastico. Alla questione docenti si aggiunge anche quella della denatalità, con il conseguente inverno demografico, che ha già portato alla chiusura di diverse scuole, soprattutto nelle zone più periferiche. Lo sottolinea la stessa consigliera regionale.

Perciò, di fronte a un quadro del genere, il Movimento 5 Stelle ha presentato un'interrogazione alla Regione Veneto per capire quali misure intendano adottare per aiutare gli insegnanti, per esempio nel reperimento di una residenza temporanea o per un sostegno nelle spese per il trasporto pubblico, così come in ogni altro aspetto che impatta nella vita quotidiana di queste persone.

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