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Alunna corre nel corridoio di una scuola

L’estate è la stagione dell’anno più attesa dagli studenti italiani, che possono finalmente godersi le tanto meritate vacanze. E che vacanze! L’italia, insieme a Lettonia e Malta, può vantare la più lunga pausa estiva di tutta Europa, con ben 14 settimane di stop didattico.

Ma per molti sarebbe tutt’altro che un vanto.

Questo vale soprattutto per i genitori, che spesso vanno incontro a difficoltà logistiche di diverso tipo, tra permessi di lavoro e costosi campi estivi per i figli. E così è nata l’idea della petizione. 

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La petizione per “accorciare” le vacanze estive a scuola

Lanciata da WeWorld e Mammadimerda, la petizione “La nostra estate piena rasa” ha già raccolto un largo consenso, potendo contare su oltre 35mila firme. E questo vuol dire solo una cosa: la pausa estiva dalla didattica è percepita effettivamente come un problema da parte di tanti. Come segnalato da ‘La Stampa’, l’obiettivo è appunto quello di bilanciare la lunghezza delle vacanze, arrivando quantomeno a un allineamento con gli standard europei, che prevedono uno stop che va dalle 6 alle 8 settimane (praticamente la metà di quello a cui siamo abituati qui in Italia). E poi, tra le altre cose, anche di offrire alternative concrete alle famiglie in difficoltà con la gestione dei figli, magari attraverso l’apertura delle scuole anche d’estate.

Perché le vacanze estive durano così tanto in Italia?

La domanda è: perché in Italia le vacanze estive sono così lunghe? La risposta va ricercata nel passato, più specificamente nel funzionamento della società attraverso l’alternarsi delle stagioni. Le ragioni storiche sono infatti legate all’economia di stampo agricolo di qualche decennio fa, quando i figli dovevano aiutare le famiglie nel lavoro dei campi durante la stagione estiva. Naturalmente oggi non funziona più così. I genitori sono spesso impegnati in ufficio per quasi tutto il periodo estivo e le vacanze troppo lunghe dei figli si tramutano in un problema concreto. 

I problemi delle vacanze troppo lunghe

Le conseguenze sono diverse e di diverso tipo. Innanzitutto si configura un problema di disuguaglianza: le famiglie più abbienti, potendosi permettersi costose vacanze e centri estivi, non vanno incontro a un numero elevato di disagi. Così non è per le famiglie a basso reddito, che rischiano appunto di abbandonare i figli a loro stessi, magari a perdere interi giorni o settimane di fronte ai videogiochi senza alcuno stimolo che li spinga alla socializzazione o all’apprendimento. Si parla inoltre di “summer learning loss”, ovvero del fenomeno per cui gli studenti, durante la lunga pausa estiva, dimenticano quello che hanno appreso durante l’anno scolastico, vanificando di fatto gran parte del lavoro svolto. Tra i disagi più grandi, come detto, ci sono però quelli legati alla logistica: per molti genitori diventa complicato conciliare lavoro e famiglia.