
Il dibattito sulle vacanze scolastiche continua a produrre riflessioni su come e se è giusto intervenire. Mentre in Emilia-Romagna si inizia a fare sul serio, parlando di una riforma del calendario scolastico che potrebbe ridisegnare le soste e le giornate tra i banchi.
L'idea è quella di introdurre una pausa didattica a febbraio, tra la fine del primo e l'inizio del secondo quadrimestre.
Questa interruzione delle lezioni non sarebbe una vacanza fine a sé stessa, ma un momento strategico per permettere agli studenti che ne hanno bisogno di fare attività di recupero.L'assessora regionale alla Scuola, Isabella Conti, ha subito chiarito che non si tratta del cosiddetto "spring break" di ispirazione anglosassone. Un termine, questo, mai usato dalla Regione. L'obiettivo, invece, è un altro: dare un aiuto concreto agli studenti, anche alla luce di un allarmante aumento del 286% dei disturbi legati all’ansia tra i giovani.
Solo decisioni condivise
La presidente della commissione Scuola dell’Assemblea Legislativa regionale dell’Emilia Romagna, Maria Costi, ha voluto rassicurare tutti, ribadendo che saranno prese "solo decisioni condivise".
Ha criticato le "dichiarazioni allarmistiche" che si sono diffuse, sottolineando le competenze regionali in materia di calendario scolastico. La Regione, infatti, ha il compito di fissare le date di inizio e fine delle lezioni, rendendo "poco pertinenti" gli appelli al Ministro dell’Istruzione e del Merito.
La commissione ad hoc
Per lavorare alla possibile riforma a settembre nascerà una commissione ad hoc che coinvolgerà tutti i soggetti coinvolti attraverso tavoli di ascolto, mettendo al centro il benessere degli studenti e degli insegnanti.
L'obiettivo primario è trovare il calendario scolastico migliore che possa far conciliare l'istruzione dei ragazzi, il corretto funzionamento della scuola e le aspettative delle famiglie.
Verranno considerate anche le preoccupazioni del mondo economico, spiega la presidente Costi, in particolare della riviera romagnola, e le difficoltà strutturali delle scuole che sono già molto calde a giugno.
A fine ottobre, inoltre, gli Stati generali della scuola offriranno un'ulteriore occasione di confronto con una grande assemblea dedicata agli studenti delle superiori.
Le dichiarazioni di Elena Ugolini
Anche Elena Ugolini, consigliera regionale dell'Emilia-Romagna con un lungo trascorso nel mondo della scuola, ha espresso il suo punto di vista su questa riforma, affermando che: "È giusto ripensare al calendario scolastico, ai ritmi e ai modi con cui si fa scuola. È stato pensato per un altro tempo".
Anche l’età degli studenti potrebbe essere un criterio da utilizzare per adattare il calendario scolastico: “La prima cosa evidente per chi fa scuola è che è necessario ragionare in modo diverso in base alle età. Se la scuola dell'infanzia comincia il 1° settembre, perché non anticipare la data d’inizio anche per tutte le scuole del primo ciclo, dando la possibilità alle singole scuole, nella loro autonomia, di utilizzare quelle giornate aggiuntive per fare delle pause nel corso dell'anno scolastico o per introdurre la settimana corta come accade in tutte le scuole del mondo?”.
Non solo la partenza. Ugolini sottolinea infatti delle possibili differenze anche sulla fine della scuola: “Mentre la scuola primaria potrebbe estendersi fino al 30 giugno, come la scuola dell'infanzia, le scuole medie devono terminare prima per permettere lo svolgimento dell'esame di Stato entro la stessa data".
E prosegue: "Per le scuole superiori invece si potrebbe anticipare l'inizio di almeno una settimana, offrendo giorni extra per pause mirate durante l'anno. Queste pause potrebbero favorire il tempo in famiglia e la stagione turistica".
Ma su uno dei motivi che accende il dibattito, quello del caldo nelle scuole, ribatte: “Il primo problema della scuola non è la “temperatura”, ma la qualità della proposta, i tempi e i luoghi in cui si costruisce”.