
Tra pochi giorni verranno distribuite le pagelle di fine quadrimestre. Un primo traguardo importante per studenti e genitori. Si può già tracciare un provvisorio bilancio del lavoro svolto in questi primi mesi dell'anno scolastico.
Cosa fanno mamma e papà se i risultati sono al di sotto delle aspettative? Dare una bella punizione al povero figlio, chiedere spiegazioni ai docenti o addirittura ricorrere al tribunale? La scuola non è infallibile e pertanto può capitare che per errata valutazione dei professori, vengano dati agli studenti debiti da recuperare o addirittura bocciature: ma gli studenti (e i genitori) non ci stanno e sempre più spesso si rivolgono al Tar.
Boom di ricorsi a Como
A Como - come segnala il giornale locale "La Provincia" - sembra proprio (oggi più che mai), che vada di moda il ricorso in tribunale. Una consuetudine con le richieste di accesso agli atti che ormai sono un centinaio. In realtà, però, soltanto una decina di casi finisce davanti ai giudici, ma ormai è diventato sistematico il ricorso per chiedere i danni alle scuole anche in caso di incidenti in palestra o perfino il risarcimento per danni morali. Secondo il dirigente scolastico della Magistri Cumacini, istituto superiore di Como, Enrico Tedoldi, questa pratica era quasi inesistente prima dell'avvento della crisi economica, poi dal 2007 in poi l'aumento è stato esponenziale.
Ricorso? Non sempre si può
La richiesta di accesso agli atti si traduce nella consegna di un faldone con compiti in classe e verbali. Alle volte i genitori finiscono per fare ricorso anche se i legali lo sconsigliano. Infatti occorre dimostrare un errore concreto, con dei documenti, delle specifiche motivazioni, cioè avere dei presupposti molto seri. I giudici amministrativi possono intervenire giudicando l'operato dei prof e quindi andando a modificare decisioni prese tra le mura del consiglio di classe. E alla fine i voti non li decidono i docenti, ma i giudici per trasformare il cinque in pagella in una sufficienza. La vita della scuola finisce sempre più nelle aule di giustizia, dove spesso la realtà si capovolge o diventa paradossale. E un 5 può per il Tar non essere una vera e propria insufficienza.