Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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i genitori non aiutano i ragazzi sotto Maturità

Genitori non aiutano i maturandi. Il 40% li fa agitare di più, l’altro 40% dice che sono inutili ai fini del loro esame. In pochi dichiarano di vivere più serenamente l’esame grazie ai consigli di mamma e papà.

È quanto emerge dal sondaggio di Skuola.net "Maturità 2013: come la vivono i tuoi genitori?".

SE MAMMA E PAPÀ METTONO ANSIA -
Se mamma e papà vivono male la Maturità, riescono a trasmettere tutta le loro ansia ai figli che domani devono farci i conti. Insomma, tutti conoscono le minacce che i genitori riescono a tirar fuori in queste occasioni facendoli sentire ulteriormente sotto pressione: “Se non passi la Maturità, le vacanze te le scordi!” oppure “Domani hai la prima prova: non esci fino a che non finisci di studiare!”. Ma se da una parte quasi la metà dei ragazzi ha dichiarato di essere messa sotto pressione da genitori ancora più ansiosi di lei al solo pensiero della Maturità, l’altra quasi metà afferma di non sentirsi né messo sotto pressione, né di ricevere consigli dalla sua famiglia che ammette non influire in maniera particolare sul suo stato d’animo. Insomma, una politica del lassez faire che potrebbe testimoniare una totale fiducia che alcuni genitori ripongono nelle capacità dei loro figli.

TRANQUILLI GRAZIE AI GENITORI - In pochi possono affermare di ricevere positività dai loro genitori. Infatti, solo circa il 20% dei maturandi ha dichiarato a Skuola.net di vivere più tranquillamente la sua prova grazie agli incoraggiamenti e i consigli anti – panico di mamma e papà. Infatti, in particolari negli ultimi momenti che precedono l’esame, l’agitazione dei maturandi può salire toccando livelli davvero alti e portandoli ad andare nel pallone. Proprio qui possono giocare un ruolo fondamentale mamma e papà che avendo vissuto prima dei ragazzi l’esame o comunque essendo stato attendo al modo in cui il figlio la sta vivendo, potrebbe essergli da incoraggiamento. Ma, a quanto pare, questi genitori sembrano essere ancora pochi.

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Serena Rosticci