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di Cristina Montini
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3 min lettura

Istituti professionali: per capirne un po' di più

Gli Istituti Professionali offrono, assieme ad una solida base di istruzione generale, le capacità tecnico-professionali per soddisfare le esigenze nei settori di riferimento (produzione di beni o di servizi, in base all’indirizzo di studi scelto). Inoltre permettono di acquisire importanti competenze nell’uso delle tecnologie.

Regime di sussidiarietà
Per i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, gli istituti professionali si possono affiancare ai sistemi regionali di istruzione e formazione professionale per il rilascio della qualifica triennale o del diploma quadriennale.

Orario
Il percorso di studi completo è di cinque anni suddivisi in due bienni e un quinto anno con gli insegnamenti distinti in un’area di istruzione generale e aree specifiche per ogni indirizzo. Per gli istituti professionali, inoltre, il secondo biennio è articolato in singole annualità in modo da permettere un più facile passaggio tra i diversi sistemi di istruzione e formazione.

Le ore settimanali di lezione saranno 32 anziché 36 come accade oggi, ma avranno una durata più lunga, cioè saranno di 60 minuti e non più 50 (orario ora vigente nella maggior parte delle scuole). Questo, a conti fatti, permetterà di passare dalle attuali 990 ore annue effettive di lezione a 1.056 ore di lezione l’anno.

Autonomia, flessibilità e opzioni
Ad ogni Istituto viene affidato un certo quota di autonomia (20%) e di flessibilità (variabile in base alle annualità). Vediamo insieme cosa significa tutto ciò.

Gli ambiti di autonomia sono quegli spazi che gli istituti professionali possono impiegare (nei limiti della loro disponibilità di bilancio) per modificare il quadro orario annuale (senza superare, però, il 20% dell’orario) organizzando altre attività o lezioni facoltative che gli studenti hanno la possibilità di scegliere. Tuttavia, una volta scelte, gli studenti sono tenuti a seguirle e, alla fine, concorreranno alla loro valutazione complessiva. Il limite del 20% viene calcolato in relazione all’orario complessivo delle lezioni e il loro scopo è quello di arricchire l’offerta formativa.

Le quote di flessibilità, invece, vengono concesse per soddisfare due esigenze particolari. Da una parte quella di rispondere a precise richieste del territorio, del mondo del lavoro e delle professioni” e che, si specifica nel regolamento, devono essere opportunamente “documentate”. Dall’altra parte hanno anche il compito di organizzare un’offerta formativa che sia in linea con il sistema regionale di istruzione e formazione professionale.
Tutto questo significa che nel primo biennio la quota del 25% di flessibilità permette agli studenti di ottenere, in regime di sussidiarietà (vedi sopra) una qualifica triennale o un diploma quadriennale. Nel secondo biennio invece, la quota del 35% (40% nel quinto anno) permette agli Istituti professionali di attivare delle opzioni che non sono previste nel regolamento governativo (per maggiori informazioni sulle opzioni verranno, in seguito, approvati specifici decreti ministeriali).

Che fine fanno tutti gli altri indirizzi?
Tutti gli attuali corsi confluiranno nel nuovo ordinamento come si può notare dalla tabella di confluenza.

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Data pubblicazione 22 Gennaio 2010, Ore 21:36 Data aggiornamento 22 Gennaio 2010, Ore 21:38
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