
Capita di vivere con ansia il momento della scelta delle superiori. A giocare un ruolo importante è la paura di sbagliare scuola, di ritrovarsi ad avere a che fare con materie troppo difficili o che semplicemente non piacciono quanto si era immaginato. Di iniziare a prendere un brutto voto dietro l'altro fino ad arrivare al debito, o peggio, alla bocciatura. Una paura che sembra sensata fino a quando non si viene a conoscenza delle passerelle, la possibilità di poter cambiare scuola quando ormai si è già alle superiori e senza perdere l'anno. Mario Rusconi, vice presidente dell'Associazione nazionale presidi ci spiega come funzionano e quando si possono fare: la normativa, tuttavia, potrebbe essere a breve modificata per rendere il passaggio più semplice.
Cambiare scuola durante l'anno si può
"Se ci si accorge di aver sbagliato scuola in primo superiore, bisogna sceglierne una diversa e comunicarlo al proprio istituto. Sarà lui a mettere in contatto la famiglia dello studente con la scuola scelta", ci spiega Rusconi. "Se si capisce l'errore prima della fine del primo quadrimestre, entro Gennaio insomma, è sufficiente che il ragazzo sostenga un colloquio conoscitivo con il Consiglio d'Istituto della nuova scuola" per poi attuare il passaggio, la passerella appunto".
Cambiare scuola al secondo o terzo anno
Diverso è il discorso per chi si accorge di aver sbagliato la scelta delle superiori più tardi, magari in secondo o terzo superiore. "In questo caso - continua Rusconi - lo studente dovrà sostenere un colloquio con una commissione scelta dal Consiglio d'Istituto. Colloquio che non è più conoscitivo, ma di verifica delle competenze. Mettiamo per esempio che io venga da un istituto tecnico e voglia frequentare un liceo scientifico, la commissione dovrà verificare le mie competenze in latino e su tutte quelle materie che al tecnico non c'erano e che invece troverò nella nuova scuola".
Non tutti possono permettersi di cambiare scuola
E qui arrivano le note dolenti. Infatti, stando a quanto affermato dal vice presidente dell'Anp, non sempre il meccanismo delle passerelle funziona come dovrebbe, tanto che le ha definite una "buona macchina a cui manca la benzina". Il perchè non è difficile da immaginare: "Non ci sono i fondi per attuare i corsi di recupero. Questo significa che il povero studente dell'esempio di prima che deve passare dal tecnico allo scientifico, non potrà essere preparato in latino dalla scuola. Dovrà pensarci da solo o con l'aiuto della sua famiglia nel caso possa permettersi delle ripetizioni private. Non ha i mezzi per farlo? O continua a frequentare il suo tecnico senza cambiare scuola, oppure sceglie comunque di farlo sapendo che probabilmente avrà un gap di competenze che potrebbero condurlo alla bocciatura".
Niente passerelle, troppo lavoro
Insomma, a rimetterci sono comunque gli studenti provenienti dai ceti sociali meno abbienti, quelli che non possono permettersi troppe ripetizioni private e che quindi hanno difficoltà a cambiare scuola durante l'anno scolastico trovandosi a far parte dei numeri che alimentano la dispersione scolastica. Senza contare che, come continua Rusconi, "non tutte le scuole riescono ad attuare il meccanismo delle passerelle. Implicano troppo lavoro per le scuole in uscita e in entrata".
Semplificare la procedura
Andrea Mazziotti, deputato di Civici e Innovatori e presidente della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, durante un question time in aula ha chiesto al ministro Fedeli una semplificazione delle norme per i passaggio da una scuola all’altra durante l’anno: “In gergo le chiamano ‘passerelle’, ma spesso si trasformano in una gabbia per gli studenti. Sono i cambi di indirizzo alle scuole superiori in corso d’anno e sono regolati da una norma del 2001. Su segnalazione di molte famiglie abbiamo chiesto alla ministra Fedeli di intervenire per mettere in campo nuove regole e abbattere le rigidità esistenti. Apprezziamo quindi l’apertura della Ministra che ha annunciato la possibilità di una regolamentazione più sistematica, in linea con le esigenze degli studenti."
Difficoltà delle scuole
Come si legge sul testo dell’interrogazione parlamentare, finora la regolamentazione ha presentato un “vuoto normativo” per il quale “si riscontrano nelle scuole incertezze e difficoltà nell'assicurare l'effettiva possibilità dei passaggi ad altri indirizzi di studio. In particolare, si nota una flessibilità discrezionale nei passaggi che avvengono dopo il secondo anno”. Si interverrà quindi perché le procedure subiscano un “aggiornamento, chiarimento e semplificazione anche nei passaggi ad altri indirizzi di studio nella scuola secondaria superiore”.
Serena Rosticci