
L’inizio della scuola è ormai alle porte e, tra le tante domande che genitori e figli si pongono, sicuramente non manca all'appello la seguente: servirà comprare il diario?
Con le disposizioni introdotte lo scorso anno dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara - che riguardano l’assegnazione dei compiti a casa - unite a quelle sull'uso del registro elettronico e sul divieto d'accesso in classe per gli smartphone, il diario cartaceo è tornato ad essere un elemento che - diciamolo fin da subito - non può mancare negli zaini degli studenti.
L'obiettivo del Ministro è quello di far sì che gli alunni acquisiscano autonomia e non dipendano sempre da pc, tablet o telefoni per sapere cosa devono studiare o fare. Senza trascurare il fatto che la carta può rappresentare anche una custodia di ricordi dell’anno scolastico, dove si annotano pensieri, dediche, che a distanza di anni può far piacere rileggere.
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Diario cartaceo o registro elettronico?
La circolare del 2024, però, non abolisce il registro elettronico, che continua a essere utilizzato per l'assegnazione dei compiti a casa, ma ne cambia l'uso. Negli ultimi anni, in molte scuole, i compiti venivano segnati esclusivamente lì, rendendo il diario cartaceo praticamente inutile. Ora, invece, il MIM raccomanda di “accompagnare la notazione sul registro elettronico delle attività da svolgere a casa con la notazione giornaliera su diari/agende personali”.
Quindi, gli insegnanti continueranno a usare il registro elettronico, ma chiederanno agli studenti di segnare i compiti anche sul proprio diario. Per non farsi trovare impreparati il primo giorno di scuola, pertanto, è preferibile affrettarsi ad acquistarlo. Ma attenzione: tutto questo non vuol dire che il diario sia obbligatorio. Però è caldamente consigliato.
Studenti più autonomi e meno dipendenti
La stessa circolare del ministro Valditara è chiara: l'obiettivo è limitare l'uso dei dispositivi tecnologici da parte dei bambini e degli adolescenti. Il provvedimento spiega che l'annotazione dei compiti solo tramite il registro elettronico “comporta, di fatto, che gli alunni consultino sistematicamente il registro elettronico attraverso dispositivi tecnologici, pc, smartphone e tablet, per verificare quali attività debbano essere svolte a casa e per quale giorno, spesso con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso”.
L'uso del diario cartaceo serve, invece, proprio a evitare questa dipendenza. In questo modo, gli alunni sviluppano una crescente autonomia nella gestione del proprio lavoro, senza ricorrere necessariamente allo strumento elettronico.
Il divieto sull'uso dello smartphone
Il ritorno all’uso del diario è reso necessario, poi, anche dal divieto di usare lo smartphone a scuola, esteso anche al secondo ciclo di istruzione. Il Ministero ha motivato questa scelta con una serie di punti tra cui:
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la correlazione, rilevata da “importanti studi internazionali”, tra uso del cellulare in classe, “anche a scopo educativo e didattico”, e livello di apprendimento degli alunni;
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il “legame negativo” tra l’uso eccessivo delle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e il rendimento degli studenti;
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la relazione tra uso frequente degli smartphone e la riduzione del livello di attenzione;
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l’incidenza negativa “dell'uso continuo, spesso senza limiti, dei telefoni cellulari fin dall’infanzia” e “nella preadolescenza sul naturale sviluppo cognitivo determinando, tra l’altro, perdita di concentrazione e memoria, diminuzione della capacità dialettica, di spirito critico e di adattabilità“;
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“l’aumento preoccupante anche in Italia di minori affetti dalla sindrome dell’Hikikomori, ossia il fenomeno dell’isolamento sociale volontario che comporta il ritiro dei giovani nel chiuso delle proprie case rinunciando ai rapporti con il mondo esterno”.
Tuttavia, la circolare non bandisce tutti i dispositivi elettronici: pc e tablet possono essere “utilizzati, per fini didattici, sotto la guida dei docenti”.