Matteo Bortone
Autore
Lista stupri liceo Carducci
Fonte: Instagram

Una nuova “Lista stupri" è comparsa in un istituto scolastico, ancora una volta a Roma. Dopo il liceo Giulio Cesare, l'elenco, con i nomi di alcune alunne della scuola, ha fatto capolino sui muri del liceo Giosuè Carducci, nel Quartiere Africano.

Due scritte a pennarello trovate alcuni giorni fa nei bagni dei ragazzi. E sotto una di esse i nomi di due studentesse, poi cancellati.

Il gesto è un sintomo di una cultura che il collettivo studentesco Asmara definisce "patriarcale e machista". La scuola ha avviato un’indagine interna per risalire agli autori, e dalle testimonianze di alcuni studenti sembra non essere una novità che si verifichi un episodio simile. 

Indice

  1. Non è la prima volta
  2. La protesta degli studenti
  3. L'indagine della Procura

Non è la prima volta

La “Lista stupri” trovata sui muri dei bagni del liceo Carducci sembra, infatti, inserirsi in un contesto già teso all'interno dell'istituto. Il Collettivo Asmara denuncia che:

"Non è la prima volta che all'interno del Carducci si verificano episodi del genere". Non si parla solo di gesti tra studenti. La critica si allarga anche al comportamento degli insegnanti: "A partire da alcuni docenti che all'interno delle classi si permettono di prendere posizioni in avversione all'aborto e all'emancipazione lavorativa della donna".

Ci sono poi, naturalmente, degli studenti che usano "insulti pesantemente denigratori di matrice maschilista contro le studentesse stesse, attaccando i loro corpi e la loro sessualità".

Nonostante le denunce fatte in presidenza, però, a detta dei rappresentanti del collettivo il clima "rimane invariato", rendendo la situazione sempre più "asfissiante e insostenibile".

La protesta degli studenti

La reazione delle studentesse e degli studenti del Carducci è stata, comunque, immediata e forte: "Siamo stanche di essere carne da bancone, di vedere i nostri corpi mercificati, la nostra libertà soffocata e il nostro dolore sminuito. Siamo stanche di essere ridotte ad una lista su un muro, come forma di scherzo o di minaccia", dicono le ragazze del collettivo.

E continuano: "Pretendiamo un cambiamento, lo vogliamo reale ed imminente. Il Ministro parla di punire i colpevoli, si inizia ‘la caccia all'uomo' ma sono tutti colpevoli, in primo luogo le istituzioni che ci abbandonano, ci negano la necessità di instaurare un'educazione sessuo-affettiva ed al consenso all'interno delle nostre scuole, danno colpe a nemici immaginari pur di non ammettere un problema reale e sociale".

Conludendo: "Come le compagne del Giulio Cesare siamo pronte a farci sentire e bruciare tutto se necessario, la situazione si fa sempre più asfissiante e insostenibile, le scuole smettono di essere un luogo sicuro e diventano commercializzazione di violenza e molestie".

L'indagine della Procura

Mentre la protesta infiamma gli animi, le istituzioni scolastiche si muovono per cercare di far luce sull'accaduto. Sono partite, infatti, le verifiche interne all'istituto Carducci, con l'obiettivo di individuare chi è stato a fare quelle scritte sui muri.

Intanto, la vicenda al Carducci si aggiunge a un quadro nazionale già preoccupante: la Procura di Roma ha già aperto un'indagine sul caso del Giulio Cesare per il reato d'istigazione a delinquere.

Inoltre, un caso di emulazione della "lista stupri" romana si era già verificato anche nel liceo Vallisneri di Lucca, il 3 dicembre, dimostrando che questo sta diventando un fenomeno nazionale, che non può essere ignorato.

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