ImmaFer
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divise scolastiche
Fonte: en.gouv.mc

 

Nel Principato di Monaco la divisa scolastica diventa legge. Dal 2026, infatti, gli studenti del Collège Charles III dovranno indossare obbligatoriamente la tenuta ufficiale decisa dal Governo. Un pacchetto standard, con tanto di colori istituzionali, costo definito e regole precise su come e quando indossarla. 

Mentre, dunque, in Italia si accendono le polemiche per i “no” a top e pantaloncini, nel piccolo Stato affacciato sul Mediterraneo la questione è già chiusa: chi non si adegua, resta fuori dalle aule.

Indice

  1. Il pacchetto ufficiale: sette capi, 140 euro
  2. Scadenze rigide e inflessibili
  3. In Italia, regole “soft” ma sempre più diffuse

Il pacchetto ufficiale: sette capi, 140 euro

La nuova uniforme entrerà in vigore a febbraio 2026 e sarà composta da sette capi: quattro polo a maniche corte, due felpe con cappuccio e un berretto

I colori scelti sono quelli del Principato, bordeaux e blu marine. Il prezzo fissato dal Governo è di 140 euro per il set completo, con possibilità di acquisto a scuola o consegna a domicilio.

La direzione del Collège Charles III sottolinea l’obiettivo di tale decisione: "Benessere, identità forte e coesione al cuore del progetto dell’istituto". Il dress code, si legge nella circolare ufficiale, punta a rafforzare “la dinamica collettiva e la riconoscibilità immediata” della scuola.

Scadenze rigide e inflessibili

Il calendario è già stabilito: gli ordini per l’anno scolastico 2025/2026 dovranno essere completati entro il 14 novembre. Oltre quella data non saranno accettate richieste.

Con la direzione del progetto che avverte, come riporta 'La Stampa': "Il codice di abbigliamento è obbligatorio. Gli studenti con tenuta non conforme non saranno ammessi ai corsi". Un messaggio che non lascia tanto spazio a interpretazioni.

In Italia, regole “soft” ma sempre più diffuse

Tutt'altra la situazione, invece, in Italia, dove il tema del dress code scolastico continua a dividere. Secondo un recente sondaggio condotto da Skuola.net su un campione di quasi 3 mila studenti, solo uno su cinque può vestirsi come vuole.

Tre studenti su dieci devono rispettare un regolamento preciso, mentre al restante 55% è “solo” raccomandato di presentarsi con un abbigliamento adeguato.

In molti istituti si moltiplicano i divieti: no a gonne troppo corte, top, pantaloncini, unghie lunghe o barbe incolte. I capi più contestati restano quelli che lasciano scoperte ampie parti del corpo.

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