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parola chiave dell’articolo”Meglio morire che andare a scuola” questa la frase shock pronunciata da un 11enne di Treviso bullizzato tra i banchi di scuola. La condizione del ragazzo ha spinto la famiglia a sporgere denuncia contro i tre compagni persecutori.
fonte foto: via Domani

Come spesso capita però i minori di 14 anni non sono soggetti alle procedure del codice penale, così la responsabilità delle loro azioni, al livello civile, ricade sulle famiglie.

Istigazione al suicidio, minaccia, stalking, lesioni personali: sono i reati contestati ai tre studenti. In generale, il bullismo è un fenomeno da sempre diffuso nel mondo della scuola, e può arrivare ad assumere connotati davvero spiacevoli, con i responsabili che il più delle volte rimangono impuniti.

Bullismo a scuola, il Ministro Nordio: “Punire severamente il bullo perché non ricada in questo comportamento spregevole”

Sul tema è piombato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. L'ex magistrato è intervenuto sul bullismo in occasione della presentazione del nuovo libro del governatore veneto Luca Zaia presso il Palazzo dei Trecento a Treviso. ”È vero che l'allarme sociale provocato dal bullismo è incompatibile con una depenalizzazione. Semmai bisogna agire con maggiore severità, che non significa necessariamente mandare dietro le sbarre il bullo ma punirlo severamente perché non ricada in questo comportamento spregevole” ha affermato il neo Ministro. Nel frattempo, sul caso dello studente bullizzato di Treviso, indaga la Procura dei minori di Venezia: a rispondere delle condotte dei tre alunni bulli, saranno – con tutta probabilità – le famiglie in sede civile.