
La scuola "affettuosa" di Bianchi
Le tre caratteristiche principali della scuola di Bianchi? “Aperta, inclusiva e affettuosa”. Soprattutto quest’ultimo, curioso, aggettivo - secondo il Ministro - merita un approfondimento: “E’ una scuola che si fa carico di tutti e permette a tutti di arrivare a fondo; Se, ad esempio, tu hai preso quattro hai più bisogno degli altri di essere aiutato, perché ci sono dei problemi”. Ma la scuola affettuosa è anche quella che “aiuta a vivere con gli altri, senza vedere l’altro come uno straniero. Una scuola che non lasci correre. Perché in questa fase la scuola è più importante che mai, con l’insegnante come adulto di riferimento e con gli alunni che devono essere un gruppo, non un branco”. Per il Ministro, infatti, “solo insieme si possono fare delle cose”.
Ius Scholae: la scuola ha il ruolo di formare i cittadini
Parlando di gruppo, comunità, convivenza con l’altro non poteva mancare un personale punto di vista sul cosiddetto “Ius Scholae”, ovvero la proposta di legge che vorrebbe dare la cittadinanza italiana ai ragazzi stranieri che frequentano le scuole in Italia: “Essere cittadini - dice Bianchi - vuol dire essere coscienti di appartenere a una comunità, essere in grado di essere partecipi ma anche critici. Questo però richiede strumenti. Credo che molti ragazzi possono avere storie diverse ma devono avere l'opportunità di poterle esprimere. La scuola serve proprio a questo, a farci cittadini. E ciò non deve riguardare solo chi viene da altri contesti, che hanno il diritto di essere messi nella condizione di essere cittadini. Deve valere anche per gli studenti italiani, che devono imparare che essere cittadini non è un regalo, ma è una giusta e necessaria conquista di partecipazione democratica”.
PCTO, come cambierà secondo Bianchi
A proposito di partecipazione, quest’anno scolastico è coinciso con il ritorno delle proteste di piazza. Con al centro i PCTO, i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. “Abbiamo visto delle proteste successive a fatti gravissimi. Tra l’altro - sottolinea il Ministro - non occorsi non durante l’alternanza scuola lavoro né durante i PCTO ma durante percorsi finali di formazione per l’avviamento al lavoro. Un conto sono questi ultimi percorsi, un conto sono le attività di una scuola aperta e inclusiva, che deve permettere ai ragazzi di fare esperienze di vita. Una scuola che con tutte le garanzie deve permettere ai ragazzi di scoprire cosa c’è fuori. Magari facendo cose che non farai mai più nella vita”.Per questo, secondo il numero uno di Viale Trastevere, c’è bisogno di una revisione del meccanismo. Che metta in evidenza la trasversalità dei percorsi e soprattutto l’orientamento. Che, ribadisce Bianchi, “non è cosa faccio da grande né il marketing dell’ultima estate. Orientamento significa essere accompagnati, sin dal passaggio cruciale dalla scuola primaria alle medie, nell’esplorazione del mondo. Un mondo straordinariamente diverso di quello che era prima. Basti pensare all'opportunità di poter dialogare con persone che sono dall’altra parte del mondo”.
Il nuovo PCTO, assicura il Ministro, “sarà una sorta di orientamento personale, che avrà la fortuna di poter uscire anche dalle mura della scuola. Per far tirare fuori ad ognuno le proprie attitudini. Per guardare più mondi possibili. Le competenze trasversali sono esattamente questo. Anche perché i lavori stanno cambiando. C’è una grande quantità di bisogni nuovi che sono emersi. Ai nostri ragazzi dobbiamo dare una solida base personale, dei solidi strumenti, accompagnandoli progressivamente nelle proprie scelte”.
La scuola, perciò, dovrà riflettere molto su sé stessa. Anche se il Ministro è ottimista sul fatto che riuscirà a innovarsi rapidamente: “Andando in giro - racconta - trovo delle scuole fantastiche, che hanno utilizzato tutti gli spazi a disposizione per sperimentare. Ad esempio, con la scuola d’estate, praticamente tutte le scuole che hanno aderito hanno utilizzato i fondi per iniziare a sperimentare, e poi hanno proseguito durante l’anno”. E, su questo, ricordando che anche quest’anno si ripeterà l’operazione, anticipa che “Su 8.400 scuole, hanno aderito 5.400”.
L’obiettivo è gettare le basi per la scuola di domani. Fondamentale, in questo, sarà l’utilizzo dei fondi del PNRR: “E’ una possibilità che l’Europa dà per sistemare l’hardware di un Paese”: Che, nel caso del mondo dell’istruzione, sono le strutture. Il Ministro, a tal proposito, cita l’iniziativa attraverso cui, insieme ad architetti di fama mondiale, si sono poste le linee guida per la costruzione di nuove scuole per cui sono previsti 1,17 miliardi: “Una scuola nuova è innanzitutto una scuola aperta”, dove non manchi uno spazio dedicato alla comunità e “aule flessibili”: “Dovresti avere dei muri che sposti tutte le volte, dei laboratori”. Dove ci sia posto per il il gioco e per le attività all’aria aperta.
Ma gli interventi per l’edilizia non si esauriscono con le nuove costruzioni, perché sono previsti interventi anche per la messa in sicurezza degli istituti. Complessivamente il ministro ha parlato di ben 10 miliardi dedicati alla costruzione, al rinnovamento e alla manutenzione degli edifici scolastici. Senza poi dimenticare il potenziamento del digitale nelle scuole e le risorse per combattere la dispersione scolastica. In più, riguardo al post-diploma, Bianchi ha accennato al rafforzamento della rete ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, percorsi altamente professionalizzanti che hanno il merito di rendere più efficace e immediato l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Prima di tutto questo, però, c’è da pensare al prossimo anno scolastico. Quello che inizia tra appena tre mesi. Ci saranno ancora le norme anti-Covid oppure no? Difficile dirlo: “Assieme col ministro della Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità, prenderemo tutte le cautele di fronte all’incertezza che c'è. Se siamo insieme e lavoriamo insieme anche l’incertezza si può affrontare”.