
Questo è infatti il punto di partenza di una serie di attività sul territorio che il Ministero dell’Istruzione e la Polizia di Stato porteranno avanti nei prossimi mesi nell’ambito del progetto "Generazioni connesse" e "Una vita da social".
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La scelta di Gragnano come punto di partenza e la morte del 13enne Alessandro
La scelta di far partire da Gragnano(NA) questa serie di incontri, portati avanti dal Ministero dell'Istruzione e dalla Polizia di Stato sull'uso consapevole delle nuove tecnologie, è una scelta molto simbolica. Scelta che avviene a un mese dalla tragica scomparsa di Alessandro, il 13enne che ha deciso di togliersi la vita lanciandosi dal balcone del quarto piano mentre era solo a casa.Dietro quello che all'inizio era sembrato un semplice incidente - visto che il ragazzo, quando è caduto, stringeva tra le mani il filo dell'antenna - si cela forse una storia di bullismo, che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire. A far pensare a questa pista sono state le chat social di insulti, minacce e i messaggi espliciti invitavano il 13enne a uccidersi.
Gli incontri sull'uso consapevole delle nuove tecnologie
La giornata che si è svolta oggi a Gragnano ha visto alternarsi momenti di lavoro e di confronto all'interno dell’aula didattica multimediale del truck "Una vita da Social" alla presenza del Ministro dell'Istruzione e del Capo della Polizia di Stato. Quest'ultimo, come riportato dall'Ansa, ha detto:"Era importante essere qui dopo quanto accaduto, che testimonia quanto sia pericoloso l'uso inconsapevole della rete e anche come i ragazzi e le persone possano, senza rendersene conto, fare del male. Serve tanta prevenzione, per aiutare a crescere bene questi ragazzi. Contro i cyberbullismi bisogna fare sistema: scuola, genitori, forze dell'ordine".Alle sue parole hanno fatto eco quelle del Ministro Bianchi:"Abbiamo tutti in tasca un telefonino e se usciamo di casa senza siamo disorientati. Ma occorre dare una grande attenzione alle parole che usiamo. Perciò andiamo a scuola, per imparare a usare le parole ed evitare che qualcuno possa farlo per noi. Partiamo da qua, da Gragnano con il nostro truck perché qui i ragazzi ci hanno detto sì e hanno usato le parole per dirlo, che devono essere parole di amicizia".
Paolo Di Falco