
Ha guidato per anni un grande istituto tecnico, è stata nominata “miglior dirigente scolastico d’Italia” nel 2021 e oggi, anche in pensione, continua a parlare di scuola con la stessa passione del primo giorno.
Laura Biancato, voce autorevole del mondo dell’istruzione e amica storica di Skuola.net, ha condiviso le sue strategie per prepararsi al Concorso docenti 2026 PNRR3. Un vademecum lucidissimo, che unisce metodo, esperienza e spirito innovativo con la visione arricchente di chi ha vissuto la scuola da dentro.
Ma la sua non è solo una guida tecnica, quanto piuttosto un invito a riscoprire il senso profondo del mestiere: quello di formare persone, non solo studenti. Già in una nostra intervista del 2022, Biancato ricordava che “lavorare con coscienza” significa avere a cuore il futuro degli studenti. Un principio che oggi estende anche a chi sta per entrare in classe dall’altra parte della cattedra.
Indice
- “La cattedra non è un posto fisso”: la visione della Biancato
- Dalla scuola reale al metodo di studio: come prepararsi al concorso
- Innovazione e digitale: un concorso proiettato al futuro
- Studio efficace: mappe, podcast e flashcard
- I materiali giusti: qualità, non quantità
- Non dimenticare la tua disciplina (e l’inglese)
- Un nuovo metodo per prepararsi: il corso “15 minuti”
“La cattedra non è un posto fisso”: la visione della Biancato
Ecco perché nel suo vademecum dedicato ai candidati del concorso, smonta subito un cliché: la cattedra non è un posto fisso, ma “un superpotere per costruire il futuro”. Chi si prepara al concorso, scrive, non dovrebbe farlo per cercare stabilità, ma per vocazione.
Il docente del presente (e del futuro) è “allenatore del pensiero critico”, “facilitatore di apprendimenti”, “costruttore di ponti tra teoria e mondo reale”. Perciò, accanto alla conoscenza disciplinare, servono qualità umane e relazionali: saper ascoltare, motivare, integrare la tecnologia e accendere la curiosità in un’epoca di distrazioni.
Ma adesso passiamo al lato pratico della faccenda! Come prepararsi al meglio per il concorso Docenti 2026?
Dalla scuola reale al metodo di studio: come prepararsi al concorso
Quando parla di preparazione, la Biancato mantiene lo stesso approccio pragmatico che da dirigente applicava alla didattica. La parola chiave è focus: concentrare le energie sugli argomenti che contano davvero.
Non stupisce quindi che inviti a seguire il principio dell’80/20 di Pareto, puntando sul 20% del programma che vale l’80% del risultato. E identifica una “triade sacra” per ogni aspirante docente:
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Inclusione e bisogni educativi speciali (BES): padroneggiare la Legge 104, la classificazione ICF, la stesura di PDP e PEI, e in generale tutto ciò che riguarda la personalizzazione didattica.
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Normativa di base: conoscere bene l’Autonomia Scolastica (DPR 275/99), la Valutazione degli studenti (D.Lgs. 62/2017), il Codice di comportamento e le responsabilità del docente.
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Intercultura: capire come progettare una didattica capace di valorizzare le differenze e favorire l’inclusione di studenti di origini e culture diverse.
Accanto a questi tre pilastri, Biancato invita a non trascurare:
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Le competenze chiave europee e alle Indicazioni Nazionali per il proprio grado di scuola, che definiscono gli obiettivi formativi comuni;
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La psicologia dell’apprendimento, da Piaget a Vygotskij e Bruner, per capire come applicare in classe concetti come didattica laboratoriale o scaffolding.
Innovazione e digitale: un concorso proiettato al futuro
Nel nuovo Concorso docenti 2026, l’innovazione non è un tema accessorio ma un filo conduttore. Laura Biancato ricorda che il docente di oggi deve saper usare la tecnologia come strumento didattico consapevole, non come semplice supporto tecnico.
L’integrazione del digitale, infatti – dal PNRR alla Scuola 4.0, fino all’uso dell’intelligenza artificiale – è ormai parte integrante della professionalità docente. Per questo invita a spostare l’attenzione dalla teoria alla pratica, imparando a collegare l’uso del digitale alle finalità educative concrete.
Ecco come affrontare l’argomento in modo mirato:
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Dalla teoria alla pratica: non serve imparare a memoria le sigle o i progetti. Conta saper spiegare come la tecnologia può sostenere la didattica inclusiva, la valutazione formativa e la didattica per competenze. Biancato cita esempi come la flipped classroom o la gamification, oggi centrali nella progettazione educativa.
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Il PNRR come nuova normativa: concentrati sulla Missione 4 – Istruzione e Ricerca, che definisce gli obiettivi europei per la scuola del futuro. Capire cosa chiede l’Europa alla nostra scuola aiuta a collocare ogni innovazione nel suo quadro strategico.
Studio efficace: mappe, podcast e flashcard
Il programma del concorso può sembrare infinito, ma Biancato rassicura: con un buon metodo si può gestire. L’importante è studiare in modo attivo e strutturato, non passivo.
Ecco le sue tecniche di studio vincenti:
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Mappe concettuali: dopo ogni capitolo, disegna una mappa che colleghi pedagogia, normativa e didattica. Aiuta a fissare le relazioni tra i concetti, non solo le parole.
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Ripasso a intervalli: non aspettare settimane per rivedere gli argomenti. Ripassa il giorno dopo, poi dopo tre giorni, poi dopo una settimana. Questo sistema fissa le informazioni nella memoria a lungo termine. Particolarmente utili, da questo punto di vista, le flashcard digitali o cartacee per i concetti “più ostici”.
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Simulazioni: allenati con test reali solo dopo aver studiato, per abituarti al formato, capire il tuo ritmo e riconoscere i punti deboli.
I materiali giusti: qualità, non quantità
Altro errore comune è affidarsi a un solo “manualone” da migliaia di pagine. Per Biancato è una scelta sbagliata: quei testi sono spesso riassunti passivi e ridondanti. Meglio una strategia selettiva, basata su fonti mirate e ufficiali.
La sua ricetta:
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Un manuale o corso strategico: scegline uno solo, sintetico e ben organizzato, per avere una visione d’insieme chiara.
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Documenti ufficiali (gratuiti): decreti, linee guida e materiali dei siti istituzionali come MIUR e INDIRE contengono il linguaggio esatto che ritroverai nelle domande del concorso.
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Articoli e riviste di settore: servono per aggiornarti sulle tendenze pedagogiche più recenti e sul linguaggio tecnico che piace alle commissioni.
Non dimenticare la tua disciplina (e l’inglese)
Tra pedagogia e normativa, molti candidati rischiano di trascurare la propria materia. Un errore che, secondo Biancato, può costare caro.
Due gli aspetti da non sottovalutare:
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Didattica disciplinare: non basta conoscere la propria materia – storia, matematica, inglese – ma bisogna saperla insegnare oggi, usando metodologie attive e partecipative.
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Lingua inglese: è parte integrante delle prove. Dedica almeno 10 minuti al giorno al ripasso della grammatica di base o alla lettura di brevi articoli in inglese per migliorare la comprensione.
Un nuovo metodo per prepararsi: il corso “15 minuti”
Chiude con un consiglio pratico: la Biancato ha ideato “15 minuti”, un libro digitale/corso completo pensato per chi lavora e vuole prepararsi senza stravolgere la propria routine. Ogni modulo prevede micro-lezioni da seguire in modalità visiva, uditiva o testuale, tutte della durata massima di 15 minuti.
Il percorso include video, podcast, quiz, mappe e dispense, così da adattarsi a ogni stile di apprendimento. Insomma, un metodo di studio “smart”, ma fondato sugli stessi principi di sempre: organizzazione, consapevolezza e passione per l’insegnamento.
Ecco i link utili: