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mensa scolastica

Per molti studenti quest’anno cambia il menù del pranzo. Nelle mense delle scuole elementari di Forlì si propone, infatti, un "menù rovesciato", in cui il pasto inizia dal secondo piatto e il contorno, seguiti dal primo, solitamente a base di pasta, e infine dalla frutta.

Questa rivoluzione a tavola, pensata per la salute dei più giovani e per abituarli a un'alimentazione più equilibrata, non è però una novità assoluta. 

Come spiega al ‘Resto del Carlino’ l'assessora alle Politiche educative Paola Casara: "È una proposta che abbiamo avanzato alle scuole come Comune di Forlì confrontandoci prima con la Pediatria di Comunità e l’Azienda sanitaria. Le linee guida a cui abbiamo fatto riferimento sono quelle regionali e ministeriali". In passato ci sono stati altri progetti simili, ma questa è la prima volta che l'iniziativa viene estesa a tutti gli istituti. È un passo importante verso un'alimentazione più consapevole.

Indice

  1. L'obiettivo: meno sprechi, più salute
  2. Le evidenze epidemiologiche: un problema da affrontare
  3. I bambini sono molto più adattabili e flessibili

L'obiettivo: meno sprechi, più salute

L'obiettivo principale del “menù rovesciato” è duplice e molto importante: favorire il consumo di verdure e contrastare lo spreco alimentare. Perché, spesso, la fame iniziale spinge a consumare ingordamente il primo piatto, lasciando poco spazio e poco interesse per verdure e altri cibi meno graditi. 

Invertendo l'ordine, si spera di stimolare la curiosità dei bambini verso alimenti sani, riducendo così la quantità di cibo che finisce nella spazzatura. In questo modo, si cerca anche di riequilibrare la dieta dei più piccoli, offrendo loro l'opportunità di assaggiare e imparare ad apprezzare cibi fondamentali per la loro crescita.

Le evidenze epidemiologiche: un problema da affrontare

Questa iniziativa, però, nasce soprattutto da un'esigenza concreta, con uno scopo educativo ma anche "sanitario". Le osservazioni epidemiologiche degli ultimi anni hanno, infatti, mostrato un dato allarmante: i giovani consumano poca frutta e verdura, preferendo spesso piatti a base di pasta e cereali. Questa alimentazione scorretta è uno dei principali fattori che contribuiscono all'aumento dell'obesità infantile.

Un problema serio che, a sua volta, può portare a conseguenze sulla salute a lungo termine, come il diabete di tipo 2, problemi cardiovascolari, asma e persino disturbi psicologici e sociali. Mettere la verdura per prima è, dunque, un piccolo gesto che può avere un grande impatto per combattere questa emergenza silenziosa.

I bambini sono molto più adattabili e flessibili

L'assessora Casara non ha dubbi e si dimostra ottimista sulla reazione a tale cambiamento: "I bambini sono molto più flessibili e adattabili degli adulti. In un contesto educativo, e la mensa lo è a tutti gli effetti, accolgono bene le nuove proposte. Molti genitori raccontano che i loro figli a casa non mangiano certi piatti, mentre a scuola sì, perché vedono i compagni farlo e diventa più semplice". 

La mensa scolastica diventa, così, un laboratorio educativo: “Puntiamo molto sul fatto che i bimbi possano assaggiare alimenti diversi, mangiare verdure che sono fondamentali e, in generale, avvicinarsi a un’alimentazione equilibrata che nasce proprio dall’educazione”, conclude Casara.

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