ImmaFer
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occupazione Sapienza
Fonte: Instagram

Dopo i cortei del 22 settembre, il coinvolgimento di massa da parte delle università italiane e le prime occupazioni nelle scuole superiori, le proteste per la Palestina continuano a moltiplicarsi, vedendo nuovamente protagonista una delle università più grandi d’Italia. Alla Sapienza di Roma, nella giornata di martedì 30 settembre, gli studenti hanno dato vita a un corteo interno che si è concluso con l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche.

E da qui, rapidamente, il vento della protesta si è diffuso anche in altre città universitarie: Napoli e Padova su tutte.

Indice

  1. Manifestazione alla città universitaria
  2. La posizione del governo
  3. Terzo liceo occupato a Roma
  4. Napoli, occupate le sedi dell’Orientale e della Federico II
  5. Gli studenti alla CRUI: “Serve embargo militare verso Israele”
  6. Padova: occupata Sociologia, “prendiamoci ogni spazio”
  7. Verso la mobilitazione nazionale

Manifestazione alla città universitaria

“Quando bloccheranno la flotilla sarà sciopero generale!”, hanno gridato le ragazze e i ragazzi dei collettivi Cambiare Rotta, Osa e Udu, durante la manifestazione nell'ateneo romano, partita da Lettere e passata per Fisica. Striscioni, tamburi, bandiere palestinesi e slogan contro il Governo hanno scandito il corteo, accusato dai manifestanti di complicità con Israele.

L’azione è culminata con l’occupazione della facoltà di Scienze Politiche. Davanti al Rettorato sono stati lanciati petardi e fumogeni, mentre la facciata è stata imbrattata con della vernice. Alcuni studenti hanno bruciato i manifesti con i loghi delle aziende considerate complici negli attacchi a Gaza, come Leonardo. Alla rettrice è stato chiesto di interrompere ogni tipo di collaborazione con lo Stato di Israele. Dentro l’università è stata ammainata la bandiera dell’Unione Europea e al suo posto issata quella palestinese.

La posizione del governo

La manifestazione ha attirato anche la reazione della ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che continua con la sua linea dura nei confronti delle proteste, ribadendo la volontà di "intraprendere tutte le azioni necessarie per fare in modo che i responsabili di danneggiamenti o imbrattamenti si facciano carico dei costi di ripristino e pulizia".

Napoli, occupate le sedi dell’Orientale e della Federico II

Ma le occupazioni universitarie non si sono limitate soltanto a Roma. A Napoli, gli studenti del Collettivo Autorganizzato Universitario hanno preso possesso delle sedi di Palazzo Giusso e Porta di Massa, rispettivamente dell’Università L’Orientale e della Federico II.

L’azione è stata promossa anche da Ecologia Politica Napoli: “Siamo l’equipaggio di terra, accorso in supporto dell’equipaggio di mare. Il nostro compito è fare in modo che il riflettore sulla Palestina non si spenga, e che si fermi il sostegno militare, economico e diplomatico dei governi occidentali a Israele”, spiegano.

Gli studenti alla CRUI: “Serve embargo militare verso Israele”

I collettivi napoletani chiedono che il Governo italiano e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) si espongano apertamente contro l’occupazione dei territori palestinesi e il blocco di Gaza: “Vogliamo l’embargo militare verso Israele fino alla fine del genocidio”, hanno dichiarato.

Padova: occupata Sociologia, “prendiamoci ogni spazio”

Anche a Padova la protesta studentesca si è fatta sentire. È stata occupata la sede di Sociologia, dove l’Intifada Studentesca di Padova ha lanciato un presidio con assemblee e interventi: “Quello che sta succedendo - dicono - è di un’importanza storica. Le ultime dichiarazioni di Trump e Netanyahu prefigurano un futuro terrificante. E l’imminente blocco della Flotilla sarà un punto di svolta: rispondiamo occupando spazi e parlando apertamente di ciò che sta accadendo”.

Terzo liceo occupato a Roma

Non solo università, però. Parallelamente, le mobilitazioni proseguono anche nelle scuole. In particolar modo, di nuovo, nella Capitale. Dopo il Rossellini e il Cavour, è stato il turno del liceo Socrate, occupato nella mattinata del 30 settembre. Un gruppo di studenti con passamontagna e cappucci ha calato lo striscione “Socrate occupato” e acceso fumogeni davanti all’edificio di via Padre Reginaldo Giuliani.

L’iniziativa, come riporta 'RomaToday.it', è stata preceduta da un’assemblea straordinaria al grido di “Prendiamoci tutto”: “Non è un gesto contro preside o professori", chiariscono gli organizzatori, "ma un atto di solidarietà al popolo palestinese, vittima dell’apartheid e di un genocidio portato avanti da Israele, che bombarda civili e infrastrutture, trasformando Gaza in una prigione a cielo aperto”.

Verso la mobilitazione nazionale

Gli studenti del Socrate hanno poi rivolto un appello a tutte le scuole italiane: “C’è bisogno di costruire una mobilitazione larga, unitaria e consapevole. La manifestazione nazionale del 4 ottobre sarà un momento decisivo per unire le lotte”.

“La crescita del sostegno alla causa palestinese ci dà speranza", hanno aggiunto, "le piazze piene delle ultime settimane mostrano che qualcosa si sta muovendo. Ora abbiamo la responsabilità storica di trasformare questa scintilla in un processo di mobilitazione senza precedenti”.

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