
Il liceo Einstein di Torino è stato occupato nella mattinata di mercoledì 29 ottobre. Gli studenti, riuniti in assemblea, hanno deciso di chiudere i cancelli e lasciare fuori preside e docenti. "Ci siamo sentiti aggrediti e indifesi", spiega una rappresentante d’istituto a 'TorinoToday', "da parte del preside e dei docenti nessuna tutela nei nostri confronti".
La decisione arriva dopo gli scontri avvenuti lunedì 27 ottobre durante un'azione di volantinaggio "contro la cultura maranza" organizzato da alcuni militanti di Gioventù Nazionale D’Annunzio davanti alla scuola, gruppo da cui la stessa Gioventù Nazionale ha poi preso le distanze.
La tensione è degenerata dopo l’intervento della polizia e della Digos, che ha portato all’ammanettamento e alla denuncia di uno studente di 16 anni. Un episodio che ha scatenato proteste, interrogazioni parlamentari e una dura presa di posizione da parte di genitori e collettivi studenteschi.
Indice
La protesta degli studenti e la lettera dei genitori
La decisione di occupare l’istituto è stata votata dopo un sondaggio interno, al quale hanno risposto 822 studenti su 1450: oltre l’80% si è espresso a favore dell’occupazione. "Divisi non siamo niente, uniti si vincerà", si legge in un post pubblicato dai ragazzi del collettivo scolastico. All’interno della sede di via Bologna sono circa duecento gli studenti che partecipano alla protesta, con uno striscione appeso all’ingresso: “Einstein antifa”.
La mobilitazione è anche una risposta al mancato intervento della scuola durante gli scontri. Decine di genitori hanno inviato una lettera al dirigente: "Nessuno ha provato a mediare o a proteggere, lasciando soli studenti e studentesse minorenni davanti a una scena violenta e umiliante", si legge nel testo, riportato da 'TorinoToday'. "Denunciamo pubblicamente la gravità di questo episodio e la mancanza di tutela da parte della scuola".
Le accuse al preside e la replica della scuola
Nel mirino degli studenti c’è proprio il dirigente scolastico, accusato di non aver preso posizione. "Ci sembra ridicolo che il preside, mentre i suoi studenti venivano picchiati dalla polizia, non si sia degnato di esprimere solidarietà al nostro compagno arrestato", scrivono sui social i ragazzi. "Occupiamo in attesa di una forte condanna di quanto successo".
Il dirigente, in una circolare, ha ricostruito i fatti sottolineando che "i reparti antisommossa sono intervenuti dopo tensioni non più solo verbali" e che "i docenti vigilavano sull’evolversi della situazione". Ha inoltre spiegato che la mancata presa di posizione ufficiale della scuola è dovuta alla volontà di "evitare di fomentare lo scontro ideologico", ribadendo che l’istituto "si dissocia da ogni tipo di violenza".
La politica si divide sulla protesta
L’assessora regionale all’Istruzione Elena Chiorino (Fratelli d’Italia) ha condannato l’occupazione: "Non è un atto di libertà, ma un gesto di prepotenza. Questi ragazzi politicizzati negano ai compagni e ai docenti il diritto di entrare in classe e studiare". Dall’opposizione è arrivata la replica di Alice Ravinale (Alleanza Verdi Sinistra), che ha chiesto alla vicepresidente della Regione di "scusarsi con i ragazzi dell’Einstein" e ha criticato "il suo scomposto attacco agli studenti", come riporta 'La Stampa'.
Intanto, gli occupanti assicurano che la loro intenzione non è “buttare fuori” il preside, ma "creare uno spazio di discussione e di confronto tra studenti". Come spiega uno dei rappresentanti: "Non vogliamo alimentare divisioni, ma pretendiamo che la scuola prenda una posizione chiara. L’occupazione è uno strumento per ottenere una risposta più decisa".
 
                                         
                         
                                 
                                .jpg)