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Elezioni 2022: liceo Manzoni di Milano occupato contro la destra
Gli studenti del liceo classico Manzoni di Milano hanno deciso di occupare la scuola contro la grande vittoria ottenuta dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.Inizialmente i ragazzi hanno organizzato un picchetto all'ingresso, e ora si sono riuniti in palestra in assemblea per discutere dell'occupazione, decisa anche per protestare contro l'alternanza scuola-lavoro, dopo la morte di Giuliano De Seta che già li aveva portati a organizzare un corteo interno dieci giorni fa.
Dunque, sembra che l'intenzione dei ragazzi sia proprio quella di occupare il loro istituto a partire dalle aule del piano terra per due giorni e quindi di rimanere anche a dormire all'interno dell'edificio di via Orazio, per poi riprendere regolarmente le lezioni non domani, ma mercoledì.
La protesta del Liceo Manzoni contro la vittoria di Meloni
“Questa mattina, come studenti e studentesse del Manzoni - esordiscono i ragazzi tramite un comunicato redatto da loro e pubblicato sul profilo Instagram del Collettivo Manzoni - abbiamo occupato la nostra scuola per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all’ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e, come se non bastasse, ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali.”“Abbiamo preso coscienza di questa situazione e abbiamo deciso che questa volta non staremo fermx a guardare, non rimarremo passivx davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene.” Continuano gli alunni sul profilo Instagram: “Ci siamo presi e prese uno spazio che troppe volte si è dimostrato repressivo e inadatto nel tentativo di dimostrare che non solo è possibile che studenti e studentesse decidano autonomamente di prendersi dei loro spazi, ma che è anche giusto e deve diventare una pratica normalizzata; se voi ci toglierete dei nostri spazi noi saremo prontx a riprenderceli e non cederemo più su quelle cose che riteniamo indispensabili per la nostra formazione.”
“La risposta però è stata, come al solito, una rappresaglia mirata a farci desistere, a imporci un rispetto di regole che non ci raprresentano e che sono create appositamente per impedirci anche solo di immaginare un mondo ed una scuola diversa.” E quindi concludono avvisando: “Ma vogliamo dirlo chiaramente, alla Meloni, a Confindustria, a chi ci reprime: non siamo più dispostx a tirarci indietro, far finta di nulla e aspettare che voi cambiate le cose; perché, nonostante tutto, sempre e comunque, la scuola siamo noi.”