Matteo Bortone
Autore
sciopero studenti 14 novembre
Fonte: Facebook


Il mondo studentesco ancora una volta è pronto a scaldare gli animi degli istituti e delle piazze. Il 14 novembre l'onda della protesta si riverserà sulle strade di più di trenta città italiane. L’iniziativa è stata lanciata dall’Unione degli Studenti (UDS), un sindacato studentesco che fa parte del FAST, il forum delle associazioni maggiormente rappresentative.

Questa data è vista come il "punto di caduta di un ampio percorso di mobilitazione", con l'obiettivo dichiarato di "mettere alle strette il governo Meloni e il ministro Valditara".

Secondo Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’organizzazione: “Valditara vuole plasmare la scuola a suo piacere per renderla funzionale ai progetti del governo, rendendo gli studenti menti alienate e senza pensiero critico". E aggiunge: "Come visto per le occupazioni o per le iniziative contro la maturità, quando gli studenti esprimono dissenso l'unica risposta che trovano è la repressione". 

I cortei e le assemblee sono un modo per denunciare dunque "anni di tagli, edilizia fatiscente, carenza di psicologi scolastici e una scuola sempre più aziendalizzata". Tra le città che vedranno scendere in piazza gli studenti ci sono nomi importanti come Milano, Roma, Napoli, Torino, Firenze, Bari e Palermo

Indice

  1. Le rivendicazioni che infiammano la protesta
  2. Anche temi sociali e la solidarietà internazionale

Le rivendicazioni che infiammano la protesta

La protesta del 14 novembre è spinta da richieste concrete da parte degli studenti, supportata da una piattaforma politica ben definita, con l'UDS che presenta sei rivendicazioni fondamentali, che mirano a ridisegnare la scuola pubblica italiana.

Al centro della mobilitazione ci sono sei punti:

  1. Didattica e valutazione: per una scuola più moderna e meno nozionistica.

  2. Diritto allo studio: per garantire pari opportunità a tutti, senza barriere economiche.

  3. Edilizia scolastica: per aule e strutture sicure, accessibili e funzionali.

  4. Rappresentanza studentesca: per dare agli studenti un peso reale nelle decisioni.

  5. Transfemminismo e benessere psicologico: perché la scuola sia un luogo inclusivo e che si prenda cura della salute mentale.

  6. Rapporto scuola-lavoro: per tutelare i giovani e rendere i percorsi più formativi e meno rischiosi.

Martelli sottolinea che per gli studenti: "Difendere il diritto allo studio significa opporsi alla privatizzazione messa in atto, battersi per una scuola libera vuol dire lottare contro programmi funzionali alla sola propaganda governativa (e le nuove Indicazioni nazionali ne sono un esempio)”.

sciopero UDS 14 novembre

Anche temi sociali e la solidarietà internazionale

La protesta studentesca non si ferma, però, ai problemi interni alla scuola, ma abbraccia anche temi di più ampio respiro sociale e internazionale. Una questione cruciale che l'UDS ha deciso di legare alle proprie battaglie è la solidarietà al popolo palestinese. In un post precedente, datato 18 ottobre, il movimento studentesco ha denunciato "l’indifferenza del governo italiano di fronte al genocidio in corso”.

Inoltre, la preoccupazione per il futuro si lega a un'altra denuncia forte, espressa sempre dai vertici del gruppo: "Ci vogliono pronti a farci sfruttare, ci vogliono incapaci di scegliere, ci vogliono persino pronti alla guerra: mentre l'escalation bellica continua, sempre più esponenti di governo parlano di una possibile reintroduzione dei servizi di leva”.

Di fronte a questi scenari, la parola d'ordine è perciò reazione organizzata: “Ancora una volta, di fronte a questi attacchi l'unico mezzo che abbiamo per farci sentire è la mobilitazione".

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