Marcello G.
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scuola sciopero

Un docente alle prime armi e, per giunta, senza un’abilitazione all’insegnamento di quella materia. È l’identikit di molti professori e professoresse che si trovano quotidianamente seduti in cattedra davanti a milioni di studenti, dalle elementari alle superiori, sostegno compreso. Una tendenza che potrebbe proseguire anche nell’immediato futuro. Secondo le stime fatte dai sindacati, pure nell’anno scolastico 2020/2021 il numero dei supplenti dovrebbe aggirarsi, stando alle stime fatte dai sindacati del comparto scuola, attorno alle 200mila unità (attualmente sono 187mila i contratti che scadranno tra giugno e agosto 2020). Molti di loro, come detto, senza una formazione specifica. Per questo, tra le motivazioni dello sciopero del prossimo 6 marzo, c'è anche quello di una soluzione per l'iter ad oggi piuttosto problematico di formazione, abilitazione e inserimento dei docenti.

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    Ma perché tanti professori non abilitati in classe? L’iter dei concorsi che dovrebbero formare le nuove graduatorie di merito – per stabilizzare quasi 50mila docenti - proseguono a rilento: difficile, se non impossibile, che si riesca a immetterli in ruolo entro la prossima estate (come inizialmente previsto). Il decreto Milleproroghe, in approvazione in questi giorni, ha ulteriormente spostato in avanti il termine per l’uscita dei bandi. Ma la didattica deve andare avanti. Così le scuole, per reclutare docenti ‘a tempo’, dopo aver attinto dalle cosiddette graduatorie ad esaurimento, continueranno a rivolgersi a quelle d’istituto; inclusa la ‘terza fascia’, quella in cui si trovano appunto soprattutto neolaureati e dove non è necessaria l'abilitazione per iscriversi.

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    A denunciare questa situazione d’emergenza, sia per il corpo docente che per gli studenti, gli stessi sindacati della scuola, che chiedono a gran voce delle misure d’urgenza per evitare che prosegua per un altro anno questa ‘provvisorietà’ della docenza. Un primo tentativo, promosso dall’Anief, aveva fatto leva proprio sul Milleproroghe, provando a inserirvi una serie di emendamenti che scongiurassero l’utilizzo massiccio delle supplenze; ma nel testo votato dal Parlamento non sembra esserci traccia di soluzioni del genere. Parallelamente, i sindacati FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA hanno presentato un documento congiunto in cui si avanza l’idea di un disegno di legge che dia il via libera a nuovi percorsi strutturali di formazione e abilitazione per i docenti. Per dare al maggior numero di insegnanti la possibilità di avere tutte le carte in regola senza necessariamente passare per il concorso pubblico (oggi l’abilitazione si ottiene solo con la procedura ordinaria). Gli ultimi percorsi, infatti, sono stati conclusi anni fa: il PAS è del 2013, il TFA del 2014. Nel frattempo, per richiamare l’attenzione sulla vicenda, hanno proclamato uno sciopero per il 6 marzo.

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