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sciopero

Sono cinque i sindacati della scuola che hanno bocciato le decisioni del ministero in merito alla natura delle prove dei concorsi per docenti. Sebbene si chiedano prove più semplici e valutazioni che diano peso agli anni di insegnamento, il nuovo ministro continua a volere “prove selettive”.

Lo sciopero proclamato sarà il prossimo 17 marzo e pare che non sarà l’unico giorno in cui le lezioni saranno a rischio. Ecco tutto quello che si sa.

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    La questione dei concorsi, passata dal ministro Marco Bussetti e Lorenzo Fioramonti, sembrava essere superata. Lo scorso anno, infatti, i sindacati avevano appoggiato l’iniziativa di Giuseppe Conte, ma ora bocciano la linea della ministra Lucia Azzolina. Nella nota comune di Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti, infatti, si legge: "Sono venute a cadere le ragioni per cui sono state a suo tempo sospese le iniziative di mobilitazione. Il confronto dei giorni scorsi al ministero ha evidenziato una sostanziale indisponibilità al negoziato di questa amministrazione, che ha respinto in larga parte le proposte avanzate dai sindacati sui provvedimenti relativi alle procedure concorsuali. Migliaia di persone attendono risposte concrete e rispettose del loro lavoro".

    Il 17 marzo, il primo di tanti scioperi

    Secondo quanto riportato dai sindacati, quello del 17 marzo sarà il primo di una serie di scioperiche si svilupperanno su un arco di tempo lungo”. La ministra, nel frattempo, ha già inviato gli atti dei concorsi al Consiglio superiore della pubblica amministrazione considerando sufficienti le indicazioni recepite dai sindacati. Questi ultimi continuano a dissentire e a voler tutelare il maggior numero di docenti precari e la loro esperienza. Per ora il contratto nazionale non è rinnovato e in busta paga gli aumenti sono decisamente bassi. I prossimi concorsi saranno: un concorso per infanzia e primaria, uno straordinario e uno ordinario per medie e superiore.

    Sciopero 17 marzo: scuole chiuse?

    Lo sciopero di per sé non fa si che le scuole rimangano chiuse. Solamente in caso di una partecipazione massiccia, il dirigente scolastico può prevedere la chiusura della scuola. In questo caso, le famiglie e gli studenti saranno avvertiti con una apposita circolare. Se la scuola rimane aperta, tuttavia, anche se non è assicurato lo svolgimento normale delle lezioni, gli studenti sono tenuti ad essere presenti e, qualora mancassero, a portare la giustificazione dell'assenza.