Serena Rosticci
di Serena Rosticci
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si costiuiscono i colpevoli dell'incendio del liceo Socrate di Roma

Volevano vendicarsi della bocciatura. Questo il movente che ha spinto quattro studenti, probabilmente ubriachi, a dar fuoco al liceo Socrate di Roma la notte tra il 12 ed il 13 luglio scorso. A dichiararlo sono loro stessi dopo essersi costituti in Procura questa mattina.

LA RABBIA E LA VENDETTA - Due minorenni e due maggiorenni che dentro hanno covato talmente tanto risentimento da dare in fiamme la loro stessa scuola.

Due ragazzi erano stati bocciati, uno di loro, militante di Lotta studentesca, addirittura per due anni consecutivi, mentre il quarto era riuscito a passare l’anno. Non hanno accettato di essere stati rimandati dai loro insegnanti e così si sono incontrati, la sera prima dei fatti, al mare, sulla spiaggia di Torvaianica. E proprio lì, mentre erano tutti e quattro in vacanza, hanno meditato la loro vendetta.

UNA BRAVATA CHE DIVENTA TRAGEDIA - Hanno studiato tutto nei minimi dettagli, alibi compreso. Infatti, proprio da Torvaianica, uno degli studenti colpevoli ha pubblicato su Facebook una foto intorno alle 4:40 del mattino di sabato scorso. In realtà, tutto era partito come una bravata, un’azione dimostrativa che non avrebbe dovuto nemmeno essere pensata. Ma poi tutto è sfuggito di mano ai ragazzi: le fiamme si sono allargate arrivando a danneggiare le aule del primo piano per diverse migliaia di euro.

IL PRESIDE: “MI SENTO SVUOTATO” - Le parole del preside del liceo Socrate, Vincenzo Rudi, non sono di rabbia, ma solo di amarezza: “E' stato un colpo duro. Mi sento svuotato. Non pensavo che una scuola che lavora con le famiglie, anche quelle di chi‚ in difficoltà, potesse generare persone così'. In 41 anni di servizio non mi era mai capitato Non era da escludere, ma fa rabbia. Tutto per una bocciatura? Questi ragazzi non sopportano le frustrazioni. Intanto, domani alle 10, alla sede della Provincia di Roma, con il commissario e il prefetto dovremmo organizzare la parte dei lavori. Stamattina sono venuti dei tecnici per controllare i tipi di intervento di asporto, demolizione e costruzione. Spero che le cose partiranno subito e celermente”.

Intanto i ragazzi fanno sapere di essersi pentiti: "Siamo pronti a pagare i danni, anche lavorando nel cantiere che sarà aperto per riparare i guasti provocati dall'incendio". I loro avvocati, Luca Petrucci e Renato Archidiacono, affermano che: "Hanno capito di aver sbagliato, non è vero che i giovani si sono fatti coraggio bevendo alcool. Hanno agito in seguito alla bocciatura. L'hanno fatto pensando solo a quella, non ci sono altre ragioni".

E tu cosa ne pensi?

Serena Rosticci