
Una polemica è scoppiata sull'isola di Pantelleria alla vigilia del ritorno tra i banchi, con un gruppo di genitori pronti a dare battaglia per opporsi a una decisione che rischia di stravolgere il futuro scolastico dei loro figli. Tutto nasce da una lettera che le famiglie hanno inviato all'Istituto “V. Almanza – A. D’Ajetti”, in risposta a una precedente comunicazione della scuola.
Il motivo del contendere? La scelta di accorpare in un’unica classe i futuri studenti di due indirizzi piuttosto diversi: liceo Scientifico e liceo delle Scienze Umane. Che, per i genitori, è inaccettabile e, a loro avviso, va a ledere anche alcuni diritti fondamentali.
In mezzo ci sono 27 ragazzi: 15 iscritti a Scienze Umane e 12 al liceo Scientifico, che se venisse tutto confermato si ritroverebbero in una sezione unica da 28 alunni, aggiungendosi anche un ripetente.
Una soluzione che va oltre l’aspetto organizzativo e che, stando a quanto scrivono i genitori, non rispetterebbe le normative vigenti.
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Il diritto alla libera scelta
Nella lettera, i genitori spiegano le loro ragioni: uno dei punti più caldi della protesta riguarda proprio il diritto alla libera scelta del percorso scolastico. Accorpando le due classi, spiegano, si finisce per cancellare di fatto l’indirizzo di Scienze Umane, perché si ignora l’orientamento e le aspirazioni di ben 15 ragazzi che avevano fatto una scelta consapevole. Lasciando intendere che, nello svolgimento dei programmi, la prevalenza l'avranno le discipline più tecniche.
Ma c'è di più. La protesta richiama esplicitamente l’articolo 34 della Costituzione e il D.Lgs. 297/1994, sottolineando come il diritto a un'istruzione che si allinei alle inclinazioni personali non possa essere sacrificato per logiche numeriche o per criteri di ottimizzazione.
Una classe affollata: a rischio la qualità
Un altro punto che i genitori contestano è, poi, la cosiddetta: "classe pollaio". Le famiglie sono convinte che sia esattamente quello che succederà ai loro figli. La futura sezione, con 28 alunni (di cui 3 con certificazioni di disabilità, una peraltro grave), viene considerata del tutto incompatibile con una didattica efficace e inclusiva.
La preoccupazione è che, in un gruppo così numeroso, l'interazione e l'attenzione individuale si perdano del tutto. Il rischio, scrivono, è che "l’apprendimento risulti frammentato e dispersivo". In più, i genitori fanno notare che si sfora il limite massimo di 20 alunni per classe, previsto dalle note ministeriali in presenza di disabilità. Che di fatto in questo caso non sarebbe rispettato.
La “discriminazione territoriale”
A rendere la situazione ancora più complicata è il fatto che Pantelleria è un'isola, e non una qualunque, ma una di quelle distanti e difficili da raggiungere. E in un posto così, dove non ci sono alternative immediate, l’impossibilità di avere due classi distinte costringerebbe alcuni studenti a lasciare l'isola per studiare.
Questa, secondo i genitori, è una vera e propria forma di discriminazione territoriale, perché ciò che in altre città si risolve con pochi chilometri, qui richiede un trasferimento oneroso, sia economicamente che affettivamente.
Un’imposizione calata dall’alto
La lettera dei genitori rivela, poi, un dettaglio importante: sembra che il dirigente scolastico avesse già segnalato la necessità di sdoppiare la classe. Tuttavia, la risposta dell’Ufficio Scolastico Provinciale viene descritta come "rigida e insensibile" rispetto alla complessità della situazione locale. Insomma, una decisione calata dall'alto e che ignora il contesto educativo e sociale dell'isola, interpretata come un danno concreto per gli studenti e per il loro futuro formativo.
Cosa chiedono i genitori
La soluzione, secondo i genitori, è una sola. I firmatari chiedono che vengano istituite due classi distinte: una per il liceo Scientifico e una per le Scienze Umane. Un esito che, secondo loro, non solo rispetterebbe le scelte formative iniziali degli studenti, ma permetterebbe anche di garantire “una didattica più efficace e un ambiente scolastico più equilibrato".