
La Città metropolitana di Roma ha assegnato la sede di via Novara al liceo scientifico Avogadro, per far fronte all’alto numero di iscrizioni. Ma il Carducci, a cui erano state fatte delle promesse, non ci sta: prima il sit-in di protesta, poi il ricorso al Tar.
Ora si attende la decisione del Tribunale, che potrebbe pesare in maniera significativa sul destino di una delle due istituzioni scolastiche.
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L’assegnazione e il ricorso
“Non voglio fare la guerra con altre scuole, per me gli studenti sono tutti uguali, ma solo avere gli spazi necessari per fare lezione”. Queste le parole di Katia Tedeschi, preside dell’Avogadro di via Brenta, uno dei licei scientifici più ambiti di Roma. La scuola, come fa sapere ‘RomaToday’, negli ultimi sei ha potuto contare su una sede succursale, in via Novara 20, proprio per far fronte all’alto numero di richieste di iscrizione. E a gennaio risale la decisione di Città metropolitana, che ha definitivamente assegnato l’edificio all’Avogadro.
Da qui sono arrivati i problemi. La decisione, infatti, non sembra essere stata accolta positivamente dal Carducci di via Asmara. Ecco perché la scuola, che vorrebbe vedersi assegnati quegli spazi per sé, ha optato per la via del ricorso al Tar. Già alla fine di febbraio, gli studenti e i docenti dell'istituto superiore avevano manifestato il proprio dissenso con un sit-in di fronte alla sede della Città metropolitana di Roma. E ora si attende il verdetto del Tribunale Amministrativo Regionale per capire chi, tra le due scuole, la spunterà.
Tavolo di confronto fallito
Sempre come riportato da ‘RomaToday’, a ricostruire la vicenda è Daniele Parrucci, consigliere delegato all’edilizia scolastica della Città metropolitana: “Era stato deciso di assegnare definitivamente la sede di via Novara all’Avogadro, cristallizzando il numero di iscritti, perché il Carducci non aveva un numero di richieste tale, seppur in aumento nell’ultimo anno e mezzo, da rendere necessarie delle aule in più. Anche se ci siamo comunque impegnati a garantire interventi e investimenti importanti in quell’istituto”.
Entrando più nel dettaglio, al Carducci era stato assegnato l’utilizzo dell’intero immobile di Villa Paganini, che poteva oltretutto contare su un investimento di 780mila euro per importanti interventi di manutenzione. E dopo le proteste di febbraio, la Città metropolitana ha organizzato un tavolo di confronto con l'Ufficio scolastico regionale e la dirigente del Carducci, Tiziana Colarusso: “Abbiamo proposto”, continua a spiegare Parrucci, “anche ulteriori interventi per 400mila euro, al fine di ricavare nuovi spazi, andando a riqualificare l’alloggio dell’ex custode, un laboratorio attualmente non utilizzato e rendendo fruibile un’aula nella sede centrale di Via Asmara. Abbiamo inoltre chiesto al Municipio II di assegnarci un vecchio manufatto adiacente l’area esterna di Villa Paganini per poterlo ristrutturare e rimetterlo in sicurezza, al fine di realizzare nuovi spazi come aule e laboratori, da destinare al Liceo Carducci. Nel tavolo abbiamo discusso inoltre insieme all’Ufficio scolastico regionale e al municipio circa la possibilità nel medio periodo, nel caso in cui il trend di crescita dell’istituto dovesse essere confermato, di ricercare nuovi spazi per l'anno scolastico 2025/26”.
Tutte cose, però, che non hanno convinto il Carducci, che appunto si è rivolto al Tar per dirimere la questione. “La preoccupazione”, afferma Parrucci, “era legata al fatto che in caso di possibili future necessità la scuola non avrebbe potuto contare sulla succursale di via Novara, ma nella situazione in cui siamo, con tante emergenze reali, non possiamo basarci sulle future e possibili necessità. Al momento, comunque, visto il ricorso, ho fermato gli interventi al Carducci e di certo non sarà possibile riprenderli a portarli a compimento entro settembre”.
Preside Avogadro: “Tutti gli studenti saranno accolti, nessuno verrà rimandato indietro, troveremo una soluzione”
Un ricorso che ha rimescolato le carte in tavola. La dirigente scolastica dell’Avogadro, Katia Tedeschi, si dice preoccupata: “Siamo l’unico liceo scientifico del municipio II e per questo abbiamo dovuto stabilire dei criteri per gestire le iscrizioni, per esempio quello della vicinanza abitativa”. E infatti buona parte della popolazione del liceo vive entro i quattro chilometri di distanza. “Abbiamo sfruttato tutto quello che avevamo, sacrificando anche alcuni laboratori di informatica. Perché non vogliamo assolutamente deludere gli studenti che ci hanno scelto”. L’eventuale assegnazione della sede di via Mantova al Carducci non può quindi che creare un grosso problema. Conclude la preside: “Tutti gli studenti saranno accolti, nessuno verrà rimandato indietro, troveremo una soluzione. Certo, non sarà facile, visto che la succursale ci garantiva sei aule a fronte di 1380 studenti. Ma a prescindere da tutto ci organizzeremo, magari con doppi turni, si vedrà al momento opportuno”.