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libertà di espressione referendum a scuola

La libertà di espressione è finita al centro della denuncia della “Rete degli studenti medi”, per quello che è successo in un istituto di Martina Franca, in provincia di Taranto. Uno studente dell’associazione è stato, infatti, sanzionato con una nota disciplinare per aver attaccato, sui muri interni della scuola, degli adesivi a favore del "Sì" ai referendum dell'8 e 9 giugno

Camilla Semeraro, della Rete cittadina, ha spiegato, come riporta ‘il Fatto Quotidiano’, che la sede nazionale aveva fornito loro degli stickers per la campagna referendaria e che alcuni di questi sono finiti all'interno dell'istituto.

La scuola ha poi individuato e sanzionato l'alunno, senza fornire prove concrete dei fatti.

Una sorta di punizione simbolo: “Punirne uno per fermarne cento”, accusa l'associazione studentesca.

Indice

  1. La "caccia alle streghe" e il rifiuto di informare
  2. Un contesto di crescenti difficoltà di espressione

La "caccia alle streghe" e il rifiuto di informare

Secondo la ricostruzione di Camilla Semeraro, dopo la comparsa degli adesivi è iniziata una vera e propria "caccia alle streghe" e a finire nel mirino della presidenza è stato uno studente in particolare: "Hanno individuato il nostro compagno perché è una persona che si è più volta esposta, un giovane che si è adoperato più volte per confrontarsi a nome degli altri con la capo d’istituto".

Nonostante un colloquio con i vertici della scuola, il ragazzo ha ricevuto la nota disciplinare con la motivazione di essere stato visto mentre attaccava gli adesivi. Ancora più grave, racconta Semeraro, è il fatto che, in quella stessa occasione, il rappresentante dell'associazione studentesca abbia chiesto alla dirigente di cogliere l’occasione per informare gli studenti (in maniera neutra) del voto che si terrà a giugno ma che tale proposta sia stata rifiutata.

Un contesto di crescenti difficoltà di espressione

Questo episodio non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio in cui molte associazioni studentesche denunciano crescenti difficoltà nell'esprimere il proprio punto di vista e nel promuovere iniziative di sensibilizzazione su temi di interesse pubblico all'interno delle scuole. 

Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli studenti, ha commentato duramente il caso: "Quanto accaduto a Martina Franca è estremamente grave, per giunta in un Paese in cui il Governo tifa per l’astensione e la tv pubblica ostacola l’informazione". 

Notarnicola sottolinea, poi, come tutto ciò sia un "paradosso, la scuola pubblica ha il dovere di formare i cittadini e di fornire gli strumenti di partecipazione democratica. Nel caso di Martina Franca, non solo non si è adempiuto a questo ruolo, ma si è addirittura passati a sanzionare chi, dal basso, invita al voto l’8-9 giugno per i propri diritti e per il proprio futuro".

E ancora: "La Rete ribadisce con forza l'importanza di andare a votare ai referendum, ricordando che con cinque sì abbiamo l’opportunità di migliorare il futuro delle nuove generazioni, delle lavoratrici e dei lavoratori e di chi partecipa e contribuisce alla costruzione del nostro Paese ma non ha la cittadinanza. Difendiamo la democrazia e andiamo a votare!".