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Partecipare a un progetto scolastico incentrato su donazione e solidarietà può davvero cambiare la vita di una persona? La risposta è sì. Questo è ciò che è accaduto a Danila La Gioia, ex studentessa che ha partecipato alla campagna AIL nelle scuole e che oggi, come volontaria, ha deciso di raccontare la propria esperienza a Skuola.net.
Gran parte del merito va agli argomenti trattati, ma non è da sottovalutare l'approccio adottato, che riesce a coinvolgere gli adolescenti offrendo loro l’opportunità di confrontarsi con gli altri, riflettere su sé stessi e mettersi in gioco in prima persona, sia a livello pratico che umano.
Questo stesso approccio, oggi, è il tratto distintivo del progetto “Ogni dono è un nodo”, che AIL - Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma - porterà nelle scuole a partire da ottobre 2024.
L’iniziativa raggiungerà 11 scuole in diverse città e punta a raggiungere circa 3.000 studenti durante l’anno scolastico.L’impatto di queste tematiche sulla vita degli adolescenti emerge chiaramente dalle parole di Danila. Per lei, entrare nel mondo di AIL è stata una scelta che l’ha segnata profondamente, a partire da una "mattinata speciale" a scuola.
Indice
- Danila, da studentessa a volontaria grazie a un progetto scolastico
- Sensibilizzare sulla donazione di sangue a scuola è una missione… possibile
- Donare è anche un’occasione per crescere e imparare
- Danila racconta l'esperienza del volontariato AIL: 'Donare il tempo, anche a sé stessi'
- “Ogni dono è un nodo”: AIL torna nelle scuole per fare la differenza
Danila, da studentessa a volontaria grazie a un progetto scolastico
Tutto inizia nel 2014, quando una Danila ancora studentessa delle superiori decide fermamente di partecipare al progetto tenuto da alcuni volontari AIL nella sua scuola. “Poteva andarci al massimo una persona per classe - ricorda Danila - e quando venne fatta questa selezione, mi proposi e i miei amici assecondarono la mia volontà. Così partecipai al progetto”.
Subito la giovane, che oggi è dottoranda in ambito farmaceutico, rimane colpita dalla realtà con cui entra in contatto: “Soprattutto dalla voglia di fare di queste persone che, indipendentemente dal loro livello di formazione, investivano del tempo con noi per trasmettere la loro esperienza e sensibilizzare sull'argomento”.
Così, non ci pensa due volte e inizia a seguire le loro orme, diventando anche lei una volontaria. Percorso che prosegue ancora adesso. Merito dell’approccio adottato nei confronti degli studenti, in particolare per la sua storia. “Il progetto è strutturato in modo da non avere le classiche lezioni, si tratta invece di incontri molto interattivi” sottolinea Danila.
“Il fatto che fossero presenti persone più esperte e meno esperte, alcune del settore e altre meno, permette di trasmettere il messaggio, a mio avviso, in modo più semplice e fruibile per ragazzi che, bene o male, sono giovani e magari non sufficientemente informati sull'argomento”.
Un punto di forza? Il metodo peer-to-peer: “Il fatto che fossero giovani o comunque persone molto giovanili mi ha invogliata a partecipare e mi ha messo a mio agio, anche perché si sono sempre posti in modo paritario”.
Sensibilizzare sulla donazione di sangue a scuola è una missione… possibile
Per chi pensa che portare tematiche di questo tipo a scuola non possa portare risultati tangibili, l’esperienza della volontaria conferma l’opposto: “Io sono sempre stata a favore della donazione di sangue ed è stato uno dei motivi per cui poi decisi di fare questa cosa, per informarmi ancora di più” afferma.
Ma è il passaparola a fare davvero la differenza: “Il fatto che altre persone abbiano sensibilizzato me ha fatto sì che anch'io potessi, a mia volta, sensibilizzare altre persone e coinvolgerle ogni volta che voglio andare a donare il sangue”.
Un effetto a cascata che ha dato concretamente i suoi frutti: “Sì, ricordo che, quando frequentai il corso, alcune persone vennero con me e andammo tutti insieme a donare il sangue. Ho cercato sempre di coinvolgere anche persone esterne al gruppo, come amici miei, invitandoli a partecipare.”
Donare è anche un’occasione per crescere e imparare
Perché donare il sangue e il midollo è un dono immenso, ma non necessariamente il solo che è possibile fare. Danila, infatti, è anemica, e non sempre può donare quando e quanto vorrebbe. Ma c’è qualcos’altro che chiunque può offrire, ed è il proprio tempo.
Quello che i volontari AIL impiegano per gli altri e per far conoscere a più persone possibile la causa per cui si battono. Di qui la scelta della giovane: “Mi sono sentita coinvolta sia per i motivi che tutti conosciamo, sia per il fatto di vedere persone che impegnavano il loro tempo in questa attività senza ricevere nulla in cambio. Alla fine, il tempo è il dono più bello e importante che si possa dedicare agli altri, ed è per questo che ho continuato”.
Il volontariato è sì dare, ma anche ricevere. Innanzitutto dalle persone che condividono l’esperienza, con cui si creano relazioni e si formano amicizie, anche di lunga durata, come è successo a Danila e al suo gruppo di volontari.
Ma anche da sé stessi, perché un’attività del genere è anche un’occasione di crescita interiore: “Io dagli incontri ho portato a casa sicuramente la capacità di ascoltare in modo consapevole e non per giudicare, ma per fare. Il progetto mi ha aiutato ad essere in grado di dare spazio agli altri, per essere più empatici e creare un dialogo più efficace”.
Si tratta di “skills” che la dottoranda applica anche sul lavoro e nella vita di tutti i giorni, soprattutto nei momenti di collaborazione e di incarichi di gruppo: “L’esperienza mi ha permesso di approcciarmi in modo diverso e di instaurare un dialogo costruttivo con tutti i membri del team, ascoltando anche le opinioni altrui senza imporre il mio punto di vista”.
Danila racconta l'esperienza del volontariato AIL: 'Donare il tempo, anche a sé stessi'
Ma cosa fa, nello specifico, un volontario AIL? Ci sono gli incontri nelle università e nelle scuole, come quello a cui ha partecipato Danila da liceale. Ma non finisce qui. “La prima attività è la sensibilizzazione, in tutti i canali possibili, sul territorio, affinché il messaggio possa essere ricevuto da tutti in modo paritario. Poi c'è la raccolta fondi, grazie ai quali è possibile sostenere la ricerca per le malattie del sangue”, spiega Danila.
Per questo ai giovani ancora titubanti che cercano uno slancio per iniziare a impegnarsi socialmente, lei dice che “tentare non nuoce. Provare questa esperienza non ti toglie nulla. C'è sempre tutto da guadagnare nel provare una cosa. Al massimo, capirai che non ti piace, ma se ti piace, potresti conoscere persone splendide, fare parte di un gruppo e arricchirti come persona”.
Perché la cosa più bella del volontariato è donare il tempo, sì, ma allo stesso tempo è anche un modo “per donarlo a se stessi”. E non è mai troppo presto per iniziare.
“Io penso che la fascia liceale sia quella ideale, ma anche prima potrebbe essere utile. A questa età si ha già una certa maturità per capire e sensibilizzarsi. Almeno a me è andata così” sostiene Danila, che conclude: “Ci sarà qualcuno che accetterà la sfida, sicuramente”.
“Ogni dono è un nodo”: AIL torna nelle scuole per fare la differenza
E l’occasione per raccogliere la sfida è più vicina di quanto immagini, grazie alla campagna AIL ‘Ogni dono è un nodo’, creata con il sostegno di UniCredit e la media partnership di Skuola.net. Per coinvolgere i giovani sia online che all’interno degli istituti scolastici.
“Ogni dono è un nodo” si compone infatti di due fasi: da un lato il lancio della campagna di sensibilizzazione sulla donazione di sangue e midollo, dall’altra incontri di sensibilizzazione nelle scuole.
Questi coinvolgeranno studenti delle IV e V superiori, dando loro non solo informazioni valide e aggiornate sul tema della donazione, ma anche la possibilità di conoscersi meglio e potenziare le proprie abilità di vita (“life skills”), diventando cittadini e cittadine attivi/e attraverso l’esperienza del volontariato.
Attraverso attività di formazione peer-to-peer e alla presenza dei volontari AIL, gli incontri saranno coinvolgenti e permetteranno agli studenti di vivere il progetto come una vera e propria attività esperienziale.
I temi che verranno affrontati? Qui solo un assaggio: dai falsi miti sulle donazioni di sangue e di midollo, alle informazioni dettagliate su come diventare donatori fino alle storie di chi, grazie ad una trasfusione o a un trapianto, ha potuto continuare a vivere. Il resto, è tutto da scoprire… Sei pronto a partecipare?