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C’è un campo in cui gli adulti in Italia stanno facendo meglio dei giovani: la donazione di sangue. Nel 2023 in Italia si sono registrare 2 milioni di donazioni, ovvero il 4,3% in più rispetto all’anno precedente.
Tuttavia l’età media dei donatori è salita ancora, confermando un trend tutt’altro che positivo, con i giovani tra i 18 e 25 anni che donano sempre di meno. E non di poco, visto il calo significativo del 14% registrato dal 2011 al 2022.
Vogliamo farci superare dai più grandi così facilmente? È una tendenza che dobbiamo cambiare al più presto, tutti insieme. Sono tanti infatti i pazienti che hanno un bisogno costante di trasfusioni per poter combattere e superare la malattia: purtroppo non esistono sostituti artificiali al sangue umano e, ancora di più, al midollo osseo.
Così come numerosi sono i pazienti alla ricerca di un donatore, tra i 18 e i 35 anni, compatibile per il trapianto di staminali emopoietiche del midollo osseo. Senza contare il ruolo delle donazioni di plasma nella produzione di farmaci impiegati nella cura di numerose patologie ed esigenze cliniche.
Purtroppo, però, a remare contro ci sono una serie di falsi miti, figli della disinformazione: leggende metropolitane che rischiano di scoraggiare questo atto di altruismo, che invece è semplice e meno invasivo di quanto si pensi. Donare fa bene, senza fare male.
Ecco perché Skuola.net è al fianco di AIL (Associazione Italiana Contro Leucemie, Linfomi e Mieloma) per trattare l’argomento facendo chiarezza.
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Se hai un piercing non puoi donare? I falsi miti sulla donazione di sangue
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La donazione raccontata da chi l’ha vissuta: “Bello ricevere, ma molto più bello donare”
Se hai un piercing non puoi donare? I falsi miti sulla donazione di sangue
Sono tante le “vulgate” che girano in merito alle donazioni di sangue. Ma in molti casi - quasi tutti per la verità - sono presenti delle imprecisioni, se non proprio degli errori.
Tra i miti c’è per esempio la credenza secondo cui chi ha piercing e tatuaggi non possa donare. E naturalmente è falso: le linee guida parlano invece solo di una sospensione di 4 mesi dall’ultimo tatuaggio o piercing. E chi prende la pillola? In questo caso non è prevista nessuna restrizione.
Passando allo stile di vita, abbiamo delle credenze dure a morire. Tra cui qualche leggenda sugli sportivi, visti spesso come i più adatti alla donazione di sangue. In realtà però è sconsigliato farlo durante i periodi di allenamento agonistico intenso. Oppure il fatto che bisogna andare a donare digiuni: si può fare una colazione leggera evitando latte e derivati, in molti centri vi verrà poi offerto un piccolo pasto a fine donazione per rimettervi in forze.
E quante volte abbiamo sentito la frase: “Non posso perdere tutta la mattina per andare a donare il sangue!”. Peccato che non sia affatto vero, visto e considerato che, grazie alle prenotazioni, il tempo necessario è di circa un’ora per il sangue e di un’ora e mezza per il plasma. Senza considerare che, quando si dona, si ha diritto ad un giorno di astensione dal lavoro regolarmente retribuita. Ma se il tempo non può essere una motivazione sufficiente per non fare del bene, non può esserlo neanche il dolore: attraverso le tecnologie sempre meno invasive donare il sangue non è affatto doloroso per la stragrande maggioranza delle persone. Quello che sentirai sarà solo una lieve puntura iniziale. E neanche sono rilevanti la spossatezza e leggera sensazione di stanchezza post-donazione, tutte cose risolvibili bevendo molto e facendo colazione, evitando magari sforzi fisici eccessivi.
E poi non dimentichiamo che la donazione di plasma non è meno importante di quella del sangue: il plasma risulta essenziale per la produzione di molti farmaci e per il trattamento di varie patologie. Infine il numero delle donazioni: non è vero che bisogna obbligatoriamente donare quattro volte l’anno! Quattro è al contrario il limite massimo di donazioni annuali, mentre per il plasma il limite è più alto.
Una cosa che si dice spesso, che invece è vera, è che contestualmente al prelievo si potranno ricevere le analisi del sangue in maniera gratuita: oltre ad essere un vantaggio reale, è l’occasione per tenere sotto controllo la propria salute.
Donazione midollo osseo: perché farla senza preoccupazioni
Perché donare il midollo osseo? Perché è sicuro, non costa nulla e permette di fare del bene salvando una vita. Una esistenza che solo i giovani possono salvare: si può entrare nel registro nazionale dei donatori solo fino ai 35 anni di età.
E soprattutto non è doloroso come spesso si vocifera, grazie anche alle nuove tecnologie del campo. Ma anche su questo argomento persiste una buona dose di disinformazione.
Innanzitutto è fondamentale distinguere tra il midollo osseo e il midollo spinale, due componenti del corpo umano spesso confuse. Il midollo osseo è un tessuto semiliquido presente nelle ossa, soprattutto in quelle piatte, che contiene le preziose cellule staminali emopoietiche (CSE). Il midollo spinale, invece, è una parte del sistema nervoso situata nella colonna vertebrale e non ha nulla a che fare con le CSE.
A preoccupare, per quanto riguarda la donazione di midollo osseo, è il presunto lungo periodo di inattività previsto. Almeno secondo le voci di corridoio, dato che il tempo di ripresa è tutto fuorché lungo! Parliamo infatti di soli due giorni di ricovero, dopodiché si potrà tornare alla vita di sempre. E ricorda: la donazione è aperta a tutti, senza limiti geografici o di nazionalità, ed è sempre volontaria, gratuita e anonima.
E il dolore? In fondo si sa, il prelievo di midollo osseo fa proprio male… e invece no! Durante il prelievo non si avverte dolore! Dopo il prelievo, per qualche ora/giorno si potrebbe avvertire un dolore di modesta entità risolvibile con normali antidolorifici.
Inoltre, un’altra buona notizia: per svolgere la donazione, così come gli esami necessari, se sei già un lavoratore avrai diritto all’assenza retribuita dal posto di lavoro, come per la donazione di sangue!
Midollo osseo: una questione di compatibilità
Hai quindi un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, pesi almeno 50 kg e godi di buona salute? Puoi diventare anche tu un donatore di midollo osseo e metterti a disposizione per salvare una vita.
Ma se dai la tua disponibilità come donatore… sarai sicuramente chiamato a donare? La risposta purtroppo è no: il potenziale donatore di cellule staminali emopoietiche verrà chiamato soltanto in caso di compatibilità con un paziente, che comunque rimarrà anonimo. La legge italiana, infatti, tutela la privacy del donatore e del ricevente, permettendo solo scambi di informazioni e messaggi tramite il Centro Donatori.
La compatibilità è estremamente rara, ed è proprio per questo che servono molti donatori. Per il trapianto di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche, infatti, è necessaria la compatibilità tissutale, ovvero la “somiglianza” genetica indispensabile per il buon esito del trapianto. Parliamo di una volta su quattro (25%) tra fratelli e sorelle, corrispondenza che scende a 1 su 100mila (0,001%) tra individui non consanguinei.
Diventare donatore di contro è molto semplice: basta compilare un questionario sulla salute, firmare il consenso informato e, se idonei, sottoporsi a un prelievo di sangue o saliva per la tipizzazione HLA. Il potenziale donatore viene poi iscritto al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR). Due le modalità di donazione: tramite prelievo da midollo osseo o da sangue periferico, che potrai indicare al momento dell’iscrizione al Registro, con sempre la possibilità di cambiare idea.
La donazione raccontata da chi l’ha vissuta: “Bello ricevere, ma molto più bello donare”
Valentina fa parte di quell’esercito silenzioso di donatori che con un gesto semplice hanno cambiato il corso di un’esistenza: la sua donazione di cellule staminali emopoietiche è avvenuta il 13 gennaio 2021. Sua madre la destinataria, in remissione della leucemia mieloide acuta. Non era possibile aspettare, per questo si è optato per sua figlia, anche se compatibile solo al 50%. “Tre ore di raccolta di staminali e nessun tipo di problema”, racconta Valentina. “Il mio percorso è stato breve ma intenso, e sapere che stai donando una possibilità di nuova vita ti fa sentire bene”.
Per Filippo, 20 anni, è semplicemente “fondamentale diffondere il tema della donazione del midollo e del sangue”. Anche perché ha vissuto sulla propria pelle l’importanza di un gesto che costa così poco e che può cambiare le sorti di un’intera vita: “Sono stato ammalato di leucemia, per cui l’unica speranza era il trapianto di midollo”, spiega. “Un’esperienza che mi ha fatto nascere questa gratitudine verso gli altri, verso il mondo. La voglia di restituire quello che ho ricevuto”. E conclude: “Perché è bello ricevere, ma è molto più bello donare”.
Altra storia è quella di Simona, a cui a 38 anni è stato purtroppo diagnosticato un mieloma. Ma non per questo si è arresa: da 10 anni convive con la malattia grazie a 4 trapianti, di cui l’ultimo da parte di sua sorella. Proprio per questo si fa chiamare ‘Samona’: “Il dono più grande l’ho ricevuto da mia sorella Sara: il suo midollo, compatibile al 50%, è diventato parte di me, ed il suo ‘Sa’ si sostituisce al mio ‘Si’”.
E poi c’è Chiara, a cui nel gennaio 2018 è stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta. Il mondo le è caduto addosso, mai avrebbe pensato di ricevere una notizia simile. “Mi è stato detto fin da subito che per guarire avrei avuto bisogno di un trapianto di midollo osseo”. La strada era impervia, ma alla fine l’occasione è arrivata. Dopo quattro cicli di chemio, è riuscita a trovare il suo “fratello genetico” dall’altra parte del mondo: “Ringrazio ogni giorno questo angelo che ha deciso di salvarmi”
E infine la storia di Zeno, che ha combattuto la leucemia anche attraverso l’amore. L’idea del matrimonio con la sua compagna è nata infatti in un luogo quantomeno atipico: nella camera sterile dove è rimasto per 50 giorni dopo il suo secondo trapianto di midollo, a causa di una recidiva. “Proprio in quella stanza la mia compagna Elena mi ha detto: ‘Io vorrei sposarti. Dopo la prova durissima che stiamo affrontando, cosa può spaventarci?’. Proprio non mi aspettavo questa proposta che mi ha reso l’uomo più felice del mondo”.
La campagna di sensibilizzazione alla donazione di sangue e midollo è stata realizzata anche grazie al sostegno di UniCredit, partner istituzionale AIL.