
Il Governo italiano ha proposto una modifica importante al calendario scolastico: aumentare i giorni minimi di scuola da 200 a 250. La proposta, presentata tramite un provvedimento legislativo, recepito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha però immediatamente scatenato il dibattito tra studenti, docenti e sindacati.
Se la legge dovesse passare, cambierà la durata dell’anno scolastico e il lavoro degli insegnanti.
I risvolti di ciò potrebbero essere vari, ma l'Esecutivo fa sapere che l'obiettivo principale non è stravolgere la vita delle comunità scolastiche ma formare gli studenti a quella che sarà in futuro la loro settimana lavorativa.Indice
Cosa cambierà se la riforma dovesse andare in porto
Prosegue, dunque, il lavoro del Governo sulle riforme della scuola. Come fa sapere 'La Tecnica della Scuola', l'intenzione è ora quella di cancellare l'articolo 74/3 del decreto legislativo 297/94, che stabiliva : “Allo svolgimento delle lezioni sono assegnati almeno 200 giorni in un anno scolastico”. Questo significa che il nuovo minimo sarà 250 giorni di lezione in un anno scolastico, come stabilito dal provvedimento del Consiglio dei Ministri.
Nel dispositivo 1/4/25 si legge anche che la motivazione di questo cambiamento è legata al numero di giorni lavorativi: “In tutto il globo terracqueo le giornate lavorative sono in numero di 250, su un totale di 365 giorni complessivi”.
In sostanza, il Governo ritiene che sia giusto allineare la scuola a questo schema lavorativo globale. Di conseguenza, aumentano le ore nel calendario annuale, ma non in quello settimanale. Inoltre si legge ancora: “Sicuramente oltre alle festività nazionali, sono previsti due giorni a scelta del Consiglio di Istituto per le festività locali, per non deludere l’utenza e i docenti”.
Le reazioni di studenti e docenti: il malcontento cresce
Nonostante le ragioni del Governo, la proposta non è stata ben accolta da tutti. Sono preoccupati i sindacati, ma anche gli studenti che, abituati a lunghi periodi di vacanza, hanno manifestato il loro disappunto. Sulla stessa linea gli insegnanti, che non sono affatto favorevoli all’idea.
Ma l'Esecutivo ha risposto che i giorni di funzione degli insegnanti andrebbero allineati a quelli degli altri dipendenti dello Stato, ovvero 250. I docenti, dal canto loro, sono indispettiti pure da un altro aspetto che ha generato ulteriore discussione: i corsi di aggiornamento obbligatori.
Il Governo pare abbia deciso, infatti, che nelle 20 giornate che non sono lavorative, considerati i 30 giorni di diritto alle ferie, i docenti saranno obbligati a seguire questi corsi.
Un cambiamento destinato a modificare l’approccio alla scuola?
Infine, va evidenziato come questa proposta potrebbe portare a un cambiamento di mentalità nei confronti della scuola. Non facendolo più vedere come solo un luogo dove imparare, ma anche come una "palestra" per allenarsi al lavoro.
Il Governo, a tal proposito, sottolinea che studiare è un lavoro vero e proprio e, quindi, che anche per gli studenti vale il principio della “giornata lavorativa”. La scuola, secondo questa visione, deve preparare i giovani non solo a essere bravi studenti, ma anche a gestire i ritmi di lavoro.
Inoltre, questo cambiamento potrebbe avere un impatto su altre aree della società, come il settore vacanze. Gli operatori turistici temono che, se davvero la scuola dovesse durare più a lungo, le famiglie non avranno più la possibilità di viaggiare durante l’estate. Perlomeno con i ritmi attuali.
Niente paura, è solo un...
Giunti a questo punto, però, è giusto svelare un dettaglio importante: tutto quello che hai letto fino a questo punto è solo un "pesce d'aprile". Eh sì, proprio così. Nessun allarme e niente lavoro in più per prof e studenti. Come da tradizione, infatti, l'1 aprile ci si può sbizzarrire con gli scherzi.Ed è proprio quello che ha fatto la Tecnica della Scuola', che dopo poco la pubblicazione ha placato gli animi con la smentita: il calendario scolastico rimarrà invariato, senza aggiungere giorni in più. Nel frattempo, però, in tanti ci sono cascati in pieno.