
Il 30enne, originario di Palma Campania, in provincia di Napoli, si è trasferito a Cuneo dove lavora come collaboratore scolastico, lasciando sua moglie e sua figlia nel paesino d'origine. A “Il Mattino” il giovane spiega i sacrifici che la sua famiglia deve compiere pur di rimanere “a galla”.
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Giuseppe vive lontano dalla famiglia per fare il bidello: “Non mi lamento, c’è chi un lavoro nemmeno ce l'ha”
Giuseppe spiega che inizialmente aveva pensato di fare il pendolare ma i costi degli spostamenti – e le tempistiche - l'hanno convinto a desistere. Infatti la compagna e la figlia di appena 4 anni sono rimaste in Campania: ”Riesco a scendere due volte l’anno, a Natale e in estate, qualche volta salgono loro, sia per i costi che per i tempi: è lontanissimo e la mia compagna cresce la piccola. Con il bus spendo intorno ai 30 euro ma ci vogliono 14h, con l’aereo si risparmia volando in settimana ma io lavoro e non posso. Il treno è caro sempre“ spiega il giovane campano.Sono infatti i prezzi il nemico numero uno di qualsiasi lavoratore pendolare. La soluzione più economica – almeno nella situazione di Giuseppe – è stata quella di affittare una stanza in un piccolo appartamento per 450 euro mensili. Con uno stipendio di 1.100 euro Giuseppe deve poi provvedere anche alla famiglia cui manda circa 150 euro al mese. “Non mi lamento, c’è chi un lavoro nemmeno ce l’ha ma non sono di certo un eroe: come me ce ne sono tantissimi. Purtroppo capita anche che non ci paghino, come a noi succede da ottobre e sto andando avanti con dei risparmi ma fare sacrifici così è veramente pesante“ rivela Giuseppe. Sono in molti ad accettare incarichi lontani da casa, utili per accumulare punteggio nelle graduatorie e assicurarsi un futuro migliore. Detto in parole povere, per Giuseppe ciò si traduce in ”trasferirmi un giorno vicino casa o almeno non così lontano come sono ora, con un lavoro stabile, cosa che non avevo nel mio comune dove avevo, invece, un lavoro durissimo e anche mal pagato“.